Il corpo e la salma di Alessandro Parini, il 35enne italiano rimasto ucciso durante l’attentato di Tel Aviv, rientreranno in Italia, precisamente a Roma, nella giornata di domani, martedì 11 aprile 2023, stando a quanto si apprendere da fonti ufficiali.
Alessandro Parini, morto nell’attentato di Tel Aviv
In una nota istituzionale diramata nelle ultime ore, si legge che il presidente del Consiglio di Stato, a nome di tutta la Giustizia amministrativa, ”si unisce con grande commozione al dolore della famiglia per la perdita del giovane avvocato amministrativista Alessandro Parini, tragicamente scomparso in Israele, e porge le più sentite condoglianze alla famiglia e alla comunità degli avvocati, entrambe profondamente colpite da questo drammatico ed improvviso lutto”. Una perdita che rimane ancora più insanabile, straziante, se si ripensa alle modalità con le quali è morto il giovane avvocato romano che si trovava in vacanza con un gruppo di amici. Non si è di certo trattato di un incidente. Al contrario, un attacco premeditato e senza inibizioni, andato in scena venerdì sera dal 44enne Yousef Abu Jamer a Tel Aviv. L’attaco terroristico che ha finito per uccidere l’avvocato romano Alessandro Parini. La conferma arriva anche dalle fonti della polizia israeliana al quotidiano Haaretz, smentendo di fatto quello che avevano sostenuto i familiari dell’accusato, secondo i quali l’uomo avrebbe avuto un colpo di sonno.
La tesi della famiglia di Abu Jaber: colpo di sonno
Sono giorni, infatti, che la famiglia di Abu Jaber ha continuato a sostenere la tesi del ”colpo di sonno”. Tuttavia, le fonti che arrivano direttamente alla polizia israeliana – citate dal quotidiano – hanno chiarito che le indagini mostrano chiaramente come Abu Jaber abbia guidato consapevolmente dal suo luogo di residenza, Kafr Kassem, fino al lungomare di Tel Aviv ad ” alta velocità”. Tale dettaglio, dunque, non fa altro che confermare la posizione dell’attacco terroristico consapevole. Come spiegato dalla polizia la quotidiano citato, l’uomo ”ha rapidamente manovrato tra i blocchi di cemento (sui marciapiedi) per raggiungere di proposito la pista ciclabile e colpire quante più persone possibile”. Una guida consapevole, volontaria, durante la quale ad un certo punto pare abbia accelerato intenzionalmente per poter colpire un gruppo di persone.