Una storia di maltrattamenti senza fine, quella raccontata dai fatti avvenuti nell’Istituto Francescane Angeline, dove due suore, ora, patteggiano 10 mesi di condanna per maltrattamenti nei confronti degli alunni, bambini di soli quattro o cinque anni. Metodi ”ortodossi” e non proprio delicati, per i quali le sorelle si trovano nei guai. Sarebbero almeno 13 gli episodi di maltrattamenti, molti dei quali avvenuti in presenza di una maestra che, per non perdere il proprio posto di lavoro, non è mai intervenuta per fermarle.
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Bambini maltrattati dalle suore: la maestra non interviene
Non solamente le sorelle religiose, dunque, ma anche laici sono sotto processo per la complicità davanti ai fatti che si verificavano all’interno dell’istituto suddetto. Nel dettaglio si tratta di un’altra persona che lavorava nell’Istituto, una maestra, M.C., 36 anni, che si trova, ora, anche lei sotto processo perché avrebbe visto chiaramente le religiose vessare e maltrattare i piccoli studenti, ma non è mai intervenuta per tentare di fermare quelle azioni riprovevoli. La maestra, di fatto, è accusata di concorso in maltrattamenti su persone affidate per ragioni di istruzione. Episodi che sconfortano, inquietano. Episodi che, temporalmente parlando, sarebbero avvenuti tra il 2018 e il 2019, e in diverse occasioni, almeno 13 in totale. A scoprire la triste dinamica sui comportamenti violenti delle suore sono state le intercettazioni ambientali e alcune testimonianze acquisite dai carabinieri.
Le indagini, le testimonianze e la condanna
Ci sono poi alcuni dettagli inquietanti su tutta la vicenda che non mancano di far venire la pelle d’oca. Infatti, alcuni bambini, come riporta anche Il Corriere della Sera, sarebbero addirittura stati legati per mezzo di calzini. Altri, invece, costretti a stare a faccia al muro per oltre 10 minuti per punizione. Metodi bruschi, su pargoli di soli quattro o cinque anni, ricordiamo, per i quali la risonanza traumatica di tali gesti potrebbe essere invalidante dal punto di vista emotivo e psicologico. Il tutto era messo in atto dalle ”sorelle” sotto lo sguardo passivo della maestra, la quale non sarebbe mai intervenuta per fermare quelle azioni. La paura della laica era quella di perdere il posto di lavoro, come sostengono gli inquirenti. Dopo le indagini e le testimonianze, una suora il 10 settembre 2019 era finita ai domiciliari, e ora si sta svolgendo il processo al tribunale di Roma. Le altre suore hanno patteggiato la condanna.