Accusati di rapine violente ai danni di giovani vittime gay, utilizzando le chat di incontro Lgbt+, tre 20enni romeni residenti a Perugia sono stati arrestati, e finiti ai domiciliari su disposizione del giudice per aver fatto finire nella loro trappola, fatta di minacce, insulti e rapine, almeno 11 giovani.
La denuncia di otto vittime
Già durante il mese scorso e i primi giorni di marzo otto ragazzi gay avevano denunciato al Gay Help Line, numero verde, di essere stati vittime di veri e propri agguati sia a Roma sia in provincia, ma anche ai Castelli Romani. Venivano adescati sulla piattaforma virtuale e, sono in un secondo momento, c’era un incontro con gli interlocutori. Un appuntamento che per le vittime predestinate diventava non solo una trappola, ma un incubo.
Come si svolgevano gli incontri
All’inizio tutto piuttosto nomale, i ragazzi venivano fatti salire in auto, ignari che nel portabagagli c’erano due complici, e una volta arrivati in un luogo isolato e buio, quella coppia di malviventi saltava fuori e riempiva di botte il malcapitato derubandolo di qualsiasi cosa: denaro, portafogli, bracciali, catenine. Oltre le mazzate, gli insulti omofobi. Gli otto ragazzi che hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto al gay Help Line, hanno ottenuto supporto psicologico e aiuto legale. Anche se non è facile riuscire a denunciare o, anche semplicemente, a chieder aiuto in questi casi, hanno spiegato gli esperti del Gay Help Line, nato proprio contro l’omobistransfobia.
L’invito di Gay Help line a denunciare
La paura è tanta in questi casi, si ritiene pertanto che siano molti di più degli otto che hanno denunciato, le vittime dei tre 20enni. Ed è per questo che il servizio di sostegno Gay Help rivolge un appello a tutte le vittime affinchè denuncino quanto è capitato loro, per essere supportati nel percorso di denuncia, ma anche per fare in modo che gli autori di queste brutalità vengano puniti.