Deserta anche oggi la commissione di controllo e garanzia convocata dal presidente Giancarlo Rossi. Questa strategica commissione, obbligatoria per legge secondo quanto stabilito dal testo unico degli locali, costituisce l’unico strumento per l’opposizione per controllare il corretto operato dell’amministrazione. In un momento come quello che stiamo vivendo, dove mafia corruzione e malaffare sono all’ordine del giorno nella pubblica amministrazione italiana, ogni buon sindaco dovrebbe farsi partecipe e sostenitore della necessità di trasparenza del proprio operato e di quello dei suoi sostenitori.
Ardea dimostra ancora una volta di essere da questo punto di vista un luogo dove non ci si preoccupa più neppure di salvare le apparenze. I diritti della minoranza vengono sistematicamente elusi e perfino boicottati; non si forniscono risposte nei tempi – e talvolta non si forniscono affatto – alle interrogazioni. Si nega in molti casi il diritto di accesso agli atti frapponendo ostacoli normativi che di volta in volta cambiano. Ma cosa ancor più grave, la maggioranza Di Fiori di fatto blocca i lavori della commissione trasparenza facendo sistematicamente mancare il numero legale. Negli ultimi tre anni la commissione non è mai riuscita ad aprire le sedute.
Ardea: i diritti negati all’opposizione
Questa mattina l’ennesima riprova: nessuno della maggioranza si è presentato all’appello. Gli schiaffi alla democrazia ed ai cittadini stessi che attraverso questa istituzione chiedono trasparenza sono diventati una procedura ordinaria. Ad Ardea ogni diritto è morto e non trova sepoltura.
La minoranza a questo punto sarà costretta a rivolgersi direttamente all’autorità anticorruzione e non è esclusa da parte dei consiglieri di minoranza una denuncia al Tribunale Amministrativo del Lazio, perché da parte dell’opposizione ci sono forti sospetti che la procedura di gara che si sarebbe dovuta discutere proprio oggi in commissione non abbia seguito un percorso regolare.
Mario Savarese