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Ostia e Castel Porziano, querelle sulle spiagge e nuove tangenti per i chioschi

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Ad Ostia la polemica sulla legalità non accenna a placarsi. Il litorale continua a far parlare di sé, nonostante il commissariamento del X Municipio per mafia e i tentativi di riportarvi ordine.

La notizia di oggi riguarda i chioschi abusivi a Ostia e Castel Porziano. Dall’inchiesta di Mafia Capitale, infatti, sarebbe emersa un nuova forma di corruzione: funzionari del municipio sarebbero stati pagati da alcuni imprenditori romani per farsi affidare i lavori di demolizione dei suddetti. A fare da intermediario un tecnico comunale che era in stretto rapporto con gli impresari.

A rivelarlo sono gli atti dell’inchiesta dei pubblici ministeri Stefano Pesci e Alberto Pioletti, che hanno recentemente fatto arrestare due imprenditori e sette funzionari del Comune di Roma per appalti pilotati su varie opere inerenti al Giubileo.

Dallo “Shilling” al “Marechiaro”: è lunga la lista dei chioschi finiti sotto la lente di ingrandimento delle autorità. Secondo gli investigatori, poi, gli indagati avrebbero avuto anche “commesse per la bonifica di un fosso“, sempre ad Ostia.

Nel frattempo, però, la politica continua a dividersi sull’emendamento contenuto nella Legge di stabilità in merito ai canoni demaniali marittimi.

Il testo è stato scritto dai due parlamentari del Pd e di Area Popolare Tiziano Arlotti e Sergio Pizzolante e nella sua versione originale prevedeva il congelamento di tutti i contenziosi amministrativi riguardo agli “affitti” che i gestori degli stabilimenti balneari pagano allo Stato (i canoni demaniali marittimi, appunto).

A scagliarsi per primo contro l’emendamento è stato il M5S, che ha accusato il PD di fare un favore agli imprenditori del litorale. Questi ultimi infatti, nonostante siano stati negli ultimi anni accusati da più parti di essere portatori di illegalità e parte integrante del problema-mafia che ha portato al commissariamento, non avrebbero subito alcun provvedimento o sanzione in caso di mancato pagamento del canone. Sarebbe inutile dunque per i pentastellati che alcuni esponenti dem li definiscano “mafiosi” (citano Stefano Esposito) per poi aiutarli.

Subito dopo anche l’ex Sindaco Marino era intervenuto su Facebook con un duro attacco al governo: “La decisione della maggioranza di Governo di inserire nella Legge di Stabilità un emendamento che favorisce di fatto l’illegalità a Ostia mi lascia molto preoccupato. Sospendere fino al 30 settembre 2016 le revoche delle concessioni agli stabilimenti balneari è un segnale sbagliatissimo, un regalo di Natale ingiustificato a chi vive e prospera nell’illegalità, alle spalle dei cittadini“.

I due consoli del PD di Ostia, Matteo Orfini e Stefano Esposito, si sono subito allarmati, criticando le scelte del partito e spingendo per una correzione all’emendamento che portasse all’esclusione degli enti commissariati per mafia.

I Giovani Democratici del litorale hanno condiviso le loro proposte. In una nota, infatti, hanno sostenuto:“Riconosciamo che l’obiettivo dell’emendamento Pizzolante-Arlotti è quello di risolvere un problema circoscritto e salvaguardare giustamente una categoria di imprenditori particolarmente in crisi. Tuttavia, siamo convinti che sia necessario approvare una specificazione e garantire così il lavoro che si sta portando avanti ad Ostia”.

Per i parlamentari 5 stelle romani, invece, l’equazione è chiara. “L’unica ratio dietro questa retromarcia è che qualcuno li ha beccati con le mani nel sacco e quel qualcuno è, ancora una volta, il M5S” dichiarano.

I GD, allora, sulla scia di Esposito ribattono che i pentastellati sanno solo urlare ed anzi un anno fa avrebbero proposto la stessa cosa di Pizzolante e Arlotti (si fa riferimento ad un intervento alla Camera di Carla Ruocco che parlava delle sole concessioni pertinenziali, i cui costi sono aumentati in modo spropositato negli ultimi anni mettendo in crisi molti imprenditori). Il PD, infatti, ha cambiato l’emendamento (accogliendo la proposta del senatore piemontese e limitando la materia alle concessioni pertinenziali). Il nuovo testo, quindi, sarebbe una via d’uscita che “tutela gli imprenditori onesti, vittime di un errore di calcolo del canone; ma esclude da questa tutela i balneari di Ostia e di tutti gli altri enti locali commissariati per mafia, salvaguardando il lavoro sulla legalità già messo in campo”.

Ad Ostia dunque la politica continua a dividersi sulla legalità, ma sembra davvero che i maggiori risultati di pulizia continuino ad arrivare dalla sola magistratura, con i commissari che lavorano silenziosamente alle sue spalle.

 

 

 

 

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