Home » News Roma » Morte chef Manuel Costa, il killer: “Non voleva darmi i soldi e gli ho sparato”

Morte chef Manuel Costa, il killer: “Non voleva darmi i soldi e gli ho sparato”

Pubblicato il
omicidio manuel costa

Morte chef Manuel Costa, il killer: “Non voleva darmi i soldi e gli ho sparato”. La confessione di F.G. ha chiarito il mistero attorno alla morte del cuoco romano, ammazzato con due proiettili alla testa e al torace. Il nodo della discordia è stato il Metropolis, pizzeria accanto all’Osteria degli Artisti e che lo chef gestiva insieme allo stesso suo assassini. Proprio sulla riapertura del locale, sarebbe sfociata la violenta lite che avrebbe poi degenerato nell’uccisione del cuoco Emanuele Costanza.

Morte chef Manuel Costa, dietro l’omicidio gli interessi per il Metropolis

Sul Corriere Roma, vengono riprese le parole della confessione di F.G. , che all’interno della deposizione spiega le motivazioni dell’omicidio e soprattutto la sfera finanziaria che circonda la morte del noto chef romano. Infatti emerge: “Ho sbagliato a sparare a Manuel Costa? Non lo so. Lui avrebbe dovuto mettere sul piatto trentamila euro per riaprire il Metropolis – dice l’assassino -. Ma si è rifiutato, nonostante gli avessi spiegato che io non avevo alcun debito nei suoi confronti. Spettava a lui liquidare quella somma. Ho insistito, lui non ha voluto sentire ragioni, abbiamo litigato, allora gli ho sparato”.

Sulla pizzeria Metropolis, il killer aveva investito 30 mila euro. Soldi andati in fumo, considerato come il locale abbia retto qualche mese e abbia poi chiuso i battenti per due motivazioni: non sia mai decollata come attività agli occhi dei clienti, ma soprattutto abbia visto precipitare i rapporti tra l’assassino e Costanza con i continui litigi tra i due. Il fattore scatenante dell’omicidio, come confermato nella confessione, era legato a due fattori: il declino al riaprire l’attività di pizzeria e soprattutto restituire la quota investita dall’assassino per l’apertura del Metropolis. 

In tal senso, l’assassino di Costanza racconta: “C’erano da fare dei lavoretti. Toccava a lui pagare. La mia parte l’aveva già fatta. Invece ha cominciato a tergiversare, poi a scaricare su di me le responsabilità della chiusura e, infine, a pretendere che mi sobbarcassi io le spese – prosegue il killer -. Dopo averlo sentito negare di avere delle pendenze, nonostante tutto quello che avevo investito, non c’ho visto più: ho tirato fuori il revolver e ho sparato. Due colpi. Secchi. A quel punto mi sono allontanato. Scioccato da quanto avevo fatto. Però non sarebbe accaduto niente, se si fosse comportato da persona seria. Alla fine ho deciso di consegnarmi”. 

Omicidio Manuel Costa, parla il fratello del killer: ‘Siamo gente perbene, non camorristi’

 

Impostazioni privacy