Dallo scorso 21 febbraio è in corso lo sciopero dei doppiatori. I lavoratori di questo settore hanno deciso di incrociare le braccia a seguito di specifiche motivazioni inerenti per un verso al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) e per l’altro al pericoli derivanti dall’utilizzo nel mondo del doppiaggio delle avanzate tecnologie dell’Intelligenza Artificiale. Un esempio tangibile di tale protesta è il non aver doppiato in italiano il settimo episodio della serie ispirata all’omonimo videogioco The Last of Us. Vediamo nel dettaglio le motivazioni dello sciopero.
Film in uscita a marzo 2023: cosa vedremo al cinema
Le motivazioni dello sciopero dei doppiatori
Come anticipato, la protesta che vede coinvolti i doppiatori ruota attorno a due fondamentali questioni. Da un lato il rinnovo del CCNL, esigenza che nasce per normare un settore che nel decennio appena trascorso è stato foriero di diversi cambiamenti e che si trova ad avere un contratto collettivo vecchio, risalente a più di 15 anni fa. I doppiatori mettono l’accento sull’avvento delle piattaforme OTT e sull’impatto che hanno avuto sulla produzione, ovvero l’aumentata mole di lavoro non permette di prestare la dovuta attenzione alla qualità ma non solo. Al centro della protesta anche i pericoli derivanti dall’uso in questo settore dell’Intelligenza Artificiale. Infatti, con le cessioni dei diritti che vengono firmate a lavori conclusi la voce dei doppiatori può essere manipolata ed anche replicata da strumenti di machine learning senza che lo stesso doppiatore ne sia al corrente.
I giochi potrebbero slittare?
Ora, alla luce del fatto che la protesta va andati da tre settimane, la seguente domanda appare legittima: ci sono dei giochi che potrebbero slittare? In merito si segnala, a titolo di esempio, il fatto che il settimo episodio della serie ispirata all’omonimo videogioco The Last of Us non è stato doppiato in italiano. Nonostante ciò, al momento non ci sono al momento delle risposte concrete da parte delle società di doppiaggio ed anche il ministero della cultura, con a capo il ministro Gennaro Sangiuliano, sembra ‘lavarsi le mani’ in merito a tale questione.
Set cinematografico a Ostia, gli ambientalisti: “Pericoloso farlo nella Pineta di Castel Fusano”