È morto a Roma , a 81 anni, l’ex presidente del Torino e della Lazio, Gian Marco Calleri. Originario di Busala, dove era nato il 10 gennaio del 1942, Calleri è stato un calciatore che ha militato in Serie B con Lazio, Novara e Monza. Scelse di dedicarsi all’imprenditoria e con il fratello Giorgio e il finanziere Bocchi comprò la Lazio nel 1986.
Cinque anni più tardi vendette la squadra biancoceleste a Cragnotti. Ma per niente pago di questa sua avventura sui campi di calcio, decise di comprare il Torino nel 1994 che lasciò bel 1997. A seguire acquistò il Bellinzona fino al 2001.
La passione per il calcio sin da quando era ragazzino
La sua passione per il calcio arriva quando era ancora ragazzino. Un amore che lo porta a calcare i rettangoli di gioco di Novara e Simmenthal Monza, in serie B. Poi nel 1962, quando aveva ancora 20 anni ha fatto il salto di qualità militando nella Lazio, dove però non è riuscito a esprimere le sue qualità calcistiche appieno, visto che viene fatto scendere in campo solo in alcune amichevoli. Alla fine decide di abbandonare la carriera del calciatore e si concentra sull’imprenditoria. Negli anni, però, la sua passione per il calcio torna prepotente e rileva prima l’Alessandria, poi la Lazio, a seguire il Torino, e infine il Bellinzona.
L’importanza di Calleri per la Lazio: l’ha salvata dal fallimento
Viene ricordato dai tifosi biancocelesti per l’importanza che ebbe nel salvare la Lazio dal fallimento. E non solo, perché grazie alla sua gestione il club romano è riuscito ad arruolare tra le sue fila campioni del calibro di Ruben Sosa, Riedle e Gascoigne. Una risalita notevole quella che Calleri offrì alla compagine biancoceleste, fino a quando decise di cedere la squadra a Sergio Cragnotti nel 1992. Ma i tifosi della Lazio lo ricordano con grande affetto e riconoscenza.
Roma, trovati un teschio e le ossa in un cantiere stradale nel quartiere Salario