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L’amico di Totti ed ex promessa della Roma, condannato per droga

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Un infortunio pùò rovinare una carriera. E una vita. Era una grande promessa del calcio italiano, poi quell’infortunio improvviso ha rovinato tutto, innescando una vera e propria parabola discendente, dapprima nello sport, poi nel lavoro da geometra, e poi sulla sua intera vita, dal momento da lì sono iniziati i problemi con la cocaina, lo spaccio, che hanno portato definitivamente la suo arresto. Parliamo dell’ex portiere delle giovanili Roma, M. C., 45 anni, il quale è stato condannato nella giornata di ieri ad un anno e sei mesi di reclusione: le accuse sono di spaccio di stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.

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L’ex campione e i problemi con la droga a Roma

Ma cosa era successo? Lo scorso 2 giugno, l’ex promessa era stata fermata in via di Manfredonia, nel quartiere Quarticciolo, da parte di due agenti in borghese che lo avevano colto durante la sua attività di spaccio di cocaina. Come ha spiegato l’uomo stesso in udienza – parole riportate anche da il Messaggero: ”In quel momento io ero in uno stato di alterazione e, spaventato di vedere di nuovo il maresciallo che mi aveva fermato un mese prima, ho avuto istintivamente la reazione di fuggire”. Una reazione istintiva e violenta, che non ha mancato di provocare traumi all’agente: ”Nel fuggire sono inciampato più volte fino a ritrovarmi a terra. A quel punto sono stato afferrato ma mi sono dimenato, strattonando, per riuscire a liberarmi e sono scappato. Poi mi sono reso conto che non ero più inseguito e che avevo perso il portafoglio con i miei documenti, quindi probabilmente era sufficiente quello per identificarmi”. 

La condanna a un anno e sei mesi di reclusione

Inoltre, sul muretto dove aveva poco prima intrattenuto i suoi potenziali clienti, aveva anche lasciato nove involucri ben sigillati contenenti cocaina, di cui ha ammesso di essere il proprietario. Raggiunto dalle forze dell’ordine, ecco che l’uomo è stato arrestato e nel processo per direttissima è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari. La misura, poi, è stata revocata con la sentenza di condanna, constatata la non pericolosità dell’uomo. Non è un violento, ma ha ammesso di fare uso di droghe, che certamente hanno influenzato sul suo atteggiamento di quella giornata: ”La mia vita si è spostata nei quartieri di spaccio di Roma, come San Basilio, Tor Bella Monaca, Quarticciolo, e da consumatore assiduo ho finito per venderla. La mia vita si è spostata nei quartieri di spaccio di Roma, come San Basilio, Tor Bella Monaca, Quarticciolo, e da consumatore assiduo ho finito per venderla. La mia volontà è quella di rimanere un uomo e un padre lucido e disintossicarmi definitivamente, ci sto lavorando”. 

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