Era già ai domiciliari, ma non aveva certo fermato il suo giro d’affari. Quello, che ruotava attorno alla droga e allo spaccio, doveva continuare. E così a casa, in uno stabile di via Antonio De Micheli a Roma, aveva creato una vera e propria base: lì, alla sua porta, bussavano continuamente persone estranee, non condomini. Ma clienti che dovevano acquistare la sostanza stupefacente dal pusher, che aveva già alle spalle una condanna. E che, come se nulla fosse, aveva continuato il suo ‘lavoro’.
Pusher ai domiciliari…continua a lavorare
Pensava di farla franca, di essere furbo, ma si sbagliava perché agli uffici di Polizia era stato segnalato quell’andirivieni di persone. E così gli agenti hanno voluto vederci chiaro e hanno approfondito: dopo un’intensa attività di indagine, infatti, il personale del IX Distretto, è riuscito a individuare il pusher. Che era già ai domiciliari.
Come è stato scoperto
I poliziotti, con la scusa di dover controllare la presenza dell’uomo all’interno dell’abitazione, hanno fatto irruzione in quell’appartamento e lo hanno colto di sorpresa. Il pusher, un 43enne, non ha avuto modo e prontezza di nascondere la droga, di sbarazzarsi di quella sostanza.
L’arresto…di nuovo
Non se lo aspettava e non ha avuto modo di nascondere la cocaina, quella che aveva messo all’interno di una credenza. In casa i poliziotti hanno anche trovato un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento della sostanza e un importo di quasi 3 mila euro. Il 43enne, alla fine dei controlli, è stato arrestato. E di nuovo. Per lui, forse, il lavoro ‘in smart working’ è davvero finito.
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