Dottorato di ricerca e assunzioni nelle Università: ecco il decreto e qual è il piano Bernini. Nuovo piano università-imprese per l’assunzione e l’investimento nei dottorati di ricerca. Ecco il piano di Bernini.
Le nuove assunzioni nell’Università e il Dottorato di ricerca
Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) sono state finanziate 19.000 nuove borse per il dottorato di ricerca. Le borse saranno distribuite in diversi settori, dalla transizione digitale al patrimonio culturale, fino alla ricerca scientifica. Si tratta di un piano di investimento che coinvolge università e imprese, con lo scopo di creare nuovi e sicuri posti di lavoro. Il tentativo, scrive Il Sole 24 Ore, è quello di rafforzare il collegamento e il trasferimento tra alta formazione (specializzata) e impresa. Il ministero dell’Università e della Ricerca punta quindi a una strategia di rilancio che mette al centro la figura degli studenti, quelli nella fascia 25-34 e tenta di rilanciare anche la ricerca. L’obiettivo finale è quello di creare accordi specifici tra università e mondo del lavoro.
In totale saranno stanziati 726 milioni di euro per circa 19 mila borse di dottorato per la ricerca (18.770 per la precisione) per l’anno accademico 2023-2024. Gli investimenti sono inseriti all’interno di due decreti a firma Anna Maria Bernini. Ecco cosa prevedono i decreti e a cosa punta tale investimento. La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha firmato due decreti che sanciscono un investimento di 726 milioni di euro per 18.770 borse di dottorato di ricerca. Queste saranno bandite per il prossimo anno accademico, ovvero 2023-2024.
Le borse per dottorandi innovativi
Si apprende che la maggior parte delle borse (13.292) saranno destinate ai “dottorati innovativi”, caratterizzati dalla collaborazione con le imprese. Il restante delle borse di dottorato saranno invece indirizzate ad ambiti più generici, anche se tutti toccati all’interno del PNRR. Ci saranno quindi 2.140 borse per la pubblica amministrazione, 410 per i piani di transizione digitale e green e 389 per la ricerca nell’ambito del patrimonio culturale.
Le risorse, uno stanziamento da 60 mila euro per ciascuna borsa per il dottorato di ricerca, saranno assegnate alle università statali e non. Le borse non assegnate saranno invece utilizzate nell’anno accademico seguente (2024-2025). La possibilità che questo avvenga è purtroppo alta, basti pensare che per l’anno accademico 2022-2023 i dottorati innovativi assegnati sono stati 1.709 su 5 mila totali.
Incentivare le borse: la strategia della ministra Bernini
L’obiettivo è quello di invogliare le aziende a scommettere sul personale altamente specializzato. A tale scopo è stato introdotto nel decreto un esonero contributivo per le imprese che investono nell’attivazione di un dottorato innovativo e che assumono a tempo indeterminato un possessore di dottorato di ricerca. L’esonero di traduce in un’agevolazione fiscale di 7.500 euro per le assunzioni a tempo indeterminato. Questo sarà applicato per 24 mesi, a partire dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2026, entro il limite sopra indicato dei 7.500 euro (per un massimo di due assunzioni).
Accanto all’esonero contributivo nei decreti è presente anche un maggior dialogo con le imprese, che saranno chiamate a un’attività di informazione congiunta tra università e aziende. Lo scopo è quello di incrementare o pensare delle politiche di ricerca che siano comuni, ma soprattutto di attivare quante più borse di dottorato possibile con i nuovi fondi stanziati.
Metro Unicusano a Roma, la stazione prende nome di università sotto inchiesta