Scandalo ginnastica ritmica, i genitori delle atlete: “Ci impedivano di vedere i loro allenamenti”. Così raccontano i familiari delle ragazze che hanno subito abusi psicologici, intervistati da La Repubblica per il podcast “Le chiamavano farfalle”. Una situazione dove allenatori e staff tecnico, inventavano le idee più bizzarre per ostacolare la vista degli allenamenti delle giovani donne ai propri genitori, arrivando addirittura a coprire le finestre con dei materassi. E ora sembra capirsene il motivo.
Scandalo ginnastica ritmica, impedita la vista degli allenamenti ai genitori
Sempre sulle pagine de La Repubblica, un genitore dice di sentirsi tradito da quei tecnici che operavano nel centro sportivo dove si allenava la propria figlia: “Ci fidavamo delle persone a cui abbiamo lasciato nostra figlia. i vedevamo pochissimo perché l’accademia di ginnastica era in un’altra regione, non pensavamo ci fossero tutti questi problemi, altrimenti avremmo riportato la nostra bambina a casa”.
Prosegue il racconto di chi segue le atlete vessate: “Alcune allenatrici mettevano dei materassi sulle vetrate per impedire che i genitori guardassero dentro e vedessero le metodologie di allenamento. Per tanto tempo qualcuno ha tentato di trasformare papà e mamme in un capro espiatorio. I genitori si trovano in mezzo meccanismo più grande di loro dove la violenza normalizzata è riconoscibile a stento. Si va a teorizzare che senza quel sistema non si possa fare ginnastica”.
Una ex atleta, pure lei vittima di abuso psicologico, si confida: “Vivevamo 11 mesi in ritiro e i miei genitori non pensavano fosse così grave la situazione, anche perché quando la vedevo tentavo di sdrammatizzare. Hanno capito davvero la realtà solo quando ho abbandonato l’Accademia e sono tornata a casa. Non pensavano di vedermi così distrutta. Se lo avessero saputo, mi avrebbero portato via”. Insomma, nuove verità che renderanno ulteriormente approfondite le indagini riguardo lo scandalo sulla Nazionale di ginnastica ritmica.
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