Non solo ‘ndrangheta e infiltrazioni mafiose nel Comune di Anzio, adesso il Comune del litorale viene tirato in ballo in una relazione della Corte dei Conti su altre tematiche “scottanti”, quelle relative ai rifiuti e agli appalti delle mense. Ma non c’è solo la città Neroniana in questo report dei Giudici: all’interno troviamo menzionato il Comune di Roma e anche quelli di Fiumicino e Latina (per altre motivazioni), nonché la Regione. Nei vari passaggi della relazione, che fa riferimento all’ambito di intervento e di azione della Corte dei Conti, vengono evidenziate criticità riguardanti molteplici settori, dai rifiuti alle mense come visto, ma anche in materia di sanità – come per il caso mascherine che riguardò la Regione Lazio durante la pandemia – appalti pubblici e la riscossione dei tributi.
Il Comune di Anzio citato nella relazione della Corte dei Conti
Il passaggio relativo al Comune di Anzio è stato citato anche dalla Rete no bavaglio del Lazio. Due gli stralci che tirano in ballo la città a seguito delle indagini delle Guardia di Finanza su mense e rifiuti:
La Corte dei Conti ‘bacchetta’ Il Comune di Roma
Per quanto riguarda Roma sono numerosi i passaggi riguardanti la Capitale. Si parte dalle due vicende, assurte anche agli onori della cronaca, che riguardano la società AMA municipalizzata del Comune di Roma che gestisce, oltre alla raccolta dei rifiuti, anche la gestione dei cimiteri. Sono state infatti aperte le istruttorie relative al caso dei furti di carburante e della profanazione delle salme tumulate nei cimiteri della capitale. Su queste vicende sta lavorando anche la Procura della Repubblica di Roma con cui è stato stipulato un protocollo d’intesa che, certamente, favorirà il disvelamento delle responsabilità personali perseguibili anche sul piano erariale.
Gli appalti pubblici
Tornando alla violazione delle norme in materia di appalti, sono stati citati diversi dirigenti e funzionari di dipartimento di Roma Capitale per i ripetuti affidamenti del servizio di gestione dei canili comunali. Il danno, corrispondente al maggior prezzo sostenuto dall’Ente rispetto al prezzo medio di affidamento del servizio, riscontrato all’esito di raffronti con contratti analoghi, anche della stessa Roma Capitale, ammonta a circa €27.378.525,91, in un arco temporale di circa 15 anni. Sempre per il Comune di Roma Capitale – in ambito AMA S.p.A. – si registra una citazione integrativa per danno da violazione delle regole di economicità ed efficienza applicabile anche alle società in “house” per il noleggio di 28.050 cassonetti per la raccolta di rifiuti urbani, con carenza assoluta di scelta preventiva ai fini della gara. Costi del servizio appaltato esorbitanti e mancato servizio di manutenzione dei cassonetti. Danno contestato: danno differenziale pari a 19.354.696,00 euro oltre a rivalutazione.
Fiumicino
Il Comune di Fiumicino compare invece per ciò che riguarda la mancata riscossione di tributi. In particolare, viene in evidenza la fattispecie di responsabilità erariale imputabile alla società “Fiumicino tributi” che ha omesso di comunicare ad Equitalia i dati relativi ai ruoli per le violazioni del codice della strada non consentendo all’agente della riscossione di lavorare i ruoli e notificare le cartelle esattoriali con conseguente danno al patrimonio del Comune di Fiumicino in misura pari a € 11.963.666,00.
Il caso mascherine alla Regione Lazio
Venendo al tema degli appalti pubblici bisogna certamente segnalare la vicenda, risalente alla prima fase dell’emergenza pandemica, di danno a carico della Regione Lazio a seguito dell’incauto affidamento di 3 forniture di mascherine anti-Covid, per un totale di 9,5 milioni di pezzi ad una piccola società in difficoltà finanziarie e poi fallita; la fattispecie è caratterizzata dalla tardiva denuncia della sottrazione degli importi versati in anticipo dall’amministrazione. Con atto di citazione il danno patito dalla Regione Lazio è stato quantificato con riguardo all’anticipo versato alla società affidataria e non recuperato per un importo di €11.776.662,20. È stata anche depositata una citazione nei confronti di dirigenti della Regione Lazio per un’ipotesi di danno derivante dall’omessa attivazione di procedure efficaci ai fini del recupero di canoni concessori. La richiesta risarcitoria, pari a €3.363.277,41 è stata articolata in varie voci: danno da mancata entrata, comprensivo della mancata entrata dei canoni e delle sanzioni oltre al danno da disservizio.
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