Roma. Rischia di finire sotto processo per lesioni personali il chirurgo estetico P.S. Al centro della vicenda una donna che era ricorsa al suo intervento per un’operazione al seno poi rivelatasi disastrosa. Il medico aveva effettuato l’operazione nel proprio studio in centro a Roma, alle spalle di Villa Borghese, ed ora è accusato di aver operato in un ambiente ‘inidoneo, privo di qualsivoglia autorizzazione’. A riportare la notizia è Repubblica.
Il virus contratto nello studio del medico e il processo
Poche ore dopo l’intervento, la paziente ha dolori lancinanti e febbre molto alta. Si scoprirà poi aver contratto un batterio, il ‘pseudomonas aeruginosa’. Il calvario della paziente è durato mesi, dopodiché ha dovuto rimettersi sotto il ferri per rimuovere anche le protesi impiantate da un altro specialista. Per l’accaduto l’uomo rischio adesso di finire a processo per lesioni personali. Infatti, dopo delle attente indagini dal parte del Nas dei carabinieri, gli è stato notificato il 415 bis, ovvero l’avviso di garanzia che precede il rinvio a giudizio.
L’accaduto e la denuncia
I fatti risalgono al novembre del 2021. La donna si era già sottoposto ad un intervento di lipofilling in un altro ospedale e non aveva avuto nessun effetto collaterale. Tuttavia, la terza operazione avvenuta presso lo studio dello specialista che è uno tra i più blasonati della Capitale, ha avuto delle serie conseguenze. Infatti, la paziente il giorno successivo è stata malissimo: febbre alta e gonfiore al seno. La situazione è precipitata. Un altro medico, amico della donna, intuendo la gravità dei fatti le ha subito prescritto un antibiotico ma la situazione non migliora. La violenta infezione aveva colpito il seno. La paziente non esita a contattare il chirurgo che l’ha operata e le risposte ricevute non sono per nulla confortanti così, decide di denunciarlo.
I controlli
A seguito della denuncia partono i controlli dei Nas che da un esame colturale nello studio del professionista emerge la presenza di ‘pseudomonas aeruginosa’, ovvero il batterio che aveva colpito la paziente. Inoltre, i Pm accusano il chirurgo di non averle fatto firmare nemmeno il consenso informato. Passano i giorni e le condizioni della donna non migliorano. I dolori lancinanti continuano e per evitare il peggio, nel febbraio del 2022, la donna è costretta a rimuovere anche le due protesi.
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