Il Tribunale di Roma ha condannato a gennaio il Comune di Pomezia per “condotta discriminatoria” nell’ambito della nota vicenda riguardante i PEBA, i piani per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Si tratta di una sentenza storica (diventata nel frattempo definitiva poiché l’Ente ha deciso di non ricorrere in appello) perché per la prima volta, come sottolineato dall’Avv. Alessandro Gerardi che ha curato il ricorso avanzato nel 2019 dalla Cellula Luca Coscioni, è stato messo nero su bianco dai Giudici che la mancata adozione del PEBA da parte di una Pubblica Amministrazione costituisce una “condotta discriminatoria collettiva nei confronti delle persone con disabilità”. Ma, per quanto riguarda il caso specifico del Comune di Pomezia, la decisione del Tribunale obbliga adesso l’Ente a rimuovere entro la fine dell’anno anche tutta una serie di barriere architettoniche puntuali presenti (e non rimosse) sul territorio; un elenco di nove punti descritti nel dettaglio in una relazione allegata al fascicolo depositato contro il Comune. E sui quali adesso bisognerà intervenire al più presto considerando che, come recita l’ordinanza, già entro giugno dovrà essere intanto adottato un piano di rimozione insieme all’Aassociazione Coscioni. Una bella incombenza che si ritroverà sul tavolo, pronti via, il nuovo Sindaco della città considerando le ormai imminenti elezioni Comunali.
La relazione dell’Arch. Paolo Moscogiuri sulle barriere architettoniche a Pomezia
In questa nostra prima parte d’inchiesta – pubblicata sull’ed. cartacea di febbraio – ci occuperemo dei primi cinque punti sollevati dalla relazione mentre nel prossimo numero della medesima edizione del giornale (distribuzione ad Ardea e Pomezia, ndr), in uscita a marzo 2023, dei restanti. A curare il lavoro di documentazione, che comprende le principali criticità esistenti sul territorio, è stato l’Architetto Paolo Moscugiuri, esperto sul tema delle barriere architettoniche. Si parte dal lungomare di Torvaianica, passando per via Ovidio, fino al codice tattile errato posizionato su via Orazio. E ancora: alcune fermate bus, dei tratti della via del Mare o di via Cavour e via Columella. Aspetti che anche noi de Il Corriere della Città avevamo evidenziato negli anni passati con le nostre inchieste portando alla luce la realtà di una città che, ancora oggi, risulta oltremodo carente sul fronte dell’accessibilità alle persone con disabilità.
N. 1 Via Orazio: codice tattile (pericoloso) e tutto da rifare
Ad ogni modo analizziamo le criticità sollevate dall’architetto Moscogiuri partendo dal punto numero 1 della relazione. Il primo tratto portato all’attenzione è quello del codice tattile presente in Via Orazio dal civico 43 al 79. Perché “non basta semplicemente realizzare delle opere” ma bisogna anche “farle bene” rispettando le normative vigenti. Si legge pertanto nella relazione a questo proposito: “In questo tratto di strada, nella costruzione del marciapiede, sono state usate piastrelle per il codice tattile per i non vedenti in modo errato e pericoloso”. Queste ultime, che con il codice a calotte sferiche indicano l’obbligo di fermarsi per immediato pericolo (fine marciapiede e inizio strada), invece “di essere disposte in orizzontale e prima del cordolo”, come prescritto, “sono state usate in sostituzione di quest’ultimo e addirittura messe per obliquo a 45 gradi”. In tal modo rappresentano “un pericolo perché possono provocare la caduta di chiunque ma particolarmente di un soggetto fragile”. Anziani, bambini, disabili motori, ipovedenti o non vedenti, che potrebbero trovarsi improvvisamente, non percependo il segnale di arresto, un piano inclinato sotto ai piedi.
N. 2. Via Orazio altezza numero civico 61
Andiamo avanti. Sempre in questo tratto di strada, il Comune di Pomezia in occasione della costruzione del marciapiede, risalente circa all’anno 2008, “non ha eliminato una barriera, costituente grave pericolo, come impone il DPR 503/96, né ha predisposto nessun accorgimento di protezione come un muretto o una ringhiera”, spiega l’Architetto nella sua relazione. In questo caso troviamo infatti “un improvviso “sbalzo” che nel punto più alto misura più di 50 cm, alla cui base si apre una lunga e ripida rampa di accesso a un box”. La situazione gravasull’incolumità di chiunque, ma in particolar modo dell’utenza più debole: nuovamente bambini, anziani, disabili motori, non vedenti e ipovedenti. “Nell’ipotesi che una parte del marciapiede ricada poi in proprietà privata, questa non è segnata e la pavimentazione è uniforme, costruita cioè tutta dal Comune di Pomezia; pertanto il camminamento è di fatto sottoposto a servitù di pubblico passaggio”, continua la relazione.
N. 3 Via Columella al numero civico 24
Vediamo il terzo punto. In questo tratto di strada il Comune ha costruito una rampa di accesso alla scuola materna, partendo dalla carreggiata e sovrastando il marciapiede. “Si è cosi creata una barriera insormontabile per un disabile motorio e pericolosa per un non vedente o ipovedente”, relaziona l’Architetto. “Oltre tutto il problema di accesso all’interno del cortile era facilmente risolvibile facendo iniziare la rampa all’intero del cortile, essendo questo molto lungo. In questa maniera invece, si è interrotta la continuità del percorso pedonale, costringendo la persona disabile a invadere la carreggiata e mettendo a rischio la propria incolumità”, aggiunge Moscogiuri.
Numero 4 Via del Mare dal numero civico 1 al 59
Proseguiamo. Passiamo alla Via del Mare, oggetto in questi ultimi tempi di lavori che ne hanno ridisegnato il percorso sia per i pedoni che per il traffico motorizzato. Ad ogni modo la relazione cita “il marciapiede che presenta varie tipologie di barriere, dal palo dell’illuminazione pubblica, al cartellone pubblicitario, alla sconnessione estrema della pavimentazione, alla sosta selvaggia permanente, fino ad ostruire completamente la fermata del bus e costringere il pedone a sostare sulla carreggiata”. “Per una persona in carrozzella o non vedente, questo camminamento è di fatto impossibile da percorrere costituendo vera e propria discriminazione”, sentenzia la relazione.
N.5 Via Roma al numero civico 193b
Chiudiamo questa prima parte del nostro servizio con Via Roma, la strada principale di Pomezia. Si legge nel testo: “Qui il marciapiede con fermata bus è totalmente impraticabile per la sua ridotta larghezza, per la presenza di alberi, ostacoli varie e per una palina pubblicitaria posizionata al centro della rampa di accesso. Questa situazione non solo contravviene a ogni norma dettate dalle leggi 236/89 e 503,96, ma anche della 67/2006 che traccia i presupposti della discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, che come in questo caso gli viene negato di usufruire di un servizio importante”.
Seconda parte dell’approfondimento sul numero di marzo de Il Corriere della Città edizione cartacea
PEBA a Pomezia, Comune ancora in ritardo. La Cellula Coscioni: “Scadenze nuovamente non rispettate”
Il ‘giallo’ delle linee guida PEBA a Pomezia, la Cellula Coscioni: “Il Comune le ha mai ricevute?”