Frosinone. Una mattinata piuttosto turbolenta quella di oggi, martedì 21 febbraio 2023, al tribunale di Frosinone, dove un imputato di origini siciliane ha dato di matto, dapprima minacciando il giudice presente in aula, a suono di ”Ti sparo in bocca”, e poi mandando per aria l’intero banco degli imputati e spaventando tutti.
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Folla in tribunale a Frosinone: l’imputato dà di matto in aula
Il racconto proviene direttamente dal suo avvocato difensore d’ufficio, Giuseppe Dell’Aversano, il quale è l’incaricato di prendere le parti del soggetto, di origini siciliane e con grossi problemi nell’uso di droghe alle spalle. Il soggetto si era recato in aula per rispondere alle accuse di evasione da una comunità di recupero per tossicodipendente, presumibilmente dopo essere stato beccato in flagrante con sostanze stupefacenti.
Il racconto dell’avvocato d’ufficio
Il dottor Dell’Aversano ci ha raccontato che già all’inizio dell’udienza, intorno alle 11.00, il soggetto manifestava una certa ”insofferenza rispetto alla presenza della polizia penitenziaria”. A quanto pare non voleva vicini gli agenti, e lo ha dimostrato in tutti i modi, anche in modo abbastanza vivace, con invettive e insulti. Poi, quando il dottor Dell’Aversano si è reso conto che l’intervento degli agenti non faceva altro che incrementare la sua rabbia, ha deciso di intervenire in prima persona, parlandogli e cercando di placarlo. Ma il soggetto, dopo un’apparente conciliazione, ha preso un’asta del microfono e l’ha scaraventata verso gli astanti, per fortuna non colpendo nessuno. Così, ecco che si è deciso di rinviare l’udienza, perché la situazione era davvero troppo concitata, impossibile da placare.
”Ti sparo in bocca”, poi ribalta il tavolo della difesa
Quando, poi, il giudice ha dichiarato l’udienza terminata, allora il soggetto ha risposto: ”Adesso inizio io”, e con un raptus improvviso si è diretto verso il tavolo del banco della difesa, e lo ha completamente ribaltato. Ma non è tutto, perché subito dopo si è rivolto direttamente verso il giudice, con torno minaccioso e in siciliano: ”Ti sparo in bocca, ti ammazzo”. A quel punto ci sono voluti 3 agenti della polizia penitenziaria per bloccarlo e portarlo poi in una cella di sicurezza per farlo raffreddare. Ancora una volta, poi, l’avvocato è dovuto intervenire per aiutare a calmarlo. Alla fine, dopo qualche altro minuto, ormai reso inoffensivo dalla cella di sicurezza, la turbolenta mattinata in aula ha avuto fine. L’imputato di certo non ha fatto altro che complicare ancora di più a sua situazione.
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