L’obiettivo del Ministero dell’Istruzione e del Merito sarebbe assumere 70 mila insegnanti entro il 2024 e rispettare, così, gli impegni presi all’interno del Pnrr. Peccato che, a quanto pare, non ci siano i tempi tecnici per raggiungere il proposito e assegnare i circa 50 mila posti vacanti (nel 2022 infatti il ministero ha assegnato solo il 41% dei 95 mila posti di ruolo disponibili).
Il concorso docenti 2023
L’unica via percorribile, dunque, sarebbe quella di un concorso straordinario (o “light”, come qualcuno lo ha definito) rivolto ai precari con almeno 36 mesi di servizio, maturati negli ultimi 5 anni, da assumere già per l’anno scolastico 2023-2024 (c’è chi parla di circa 20 mila supplenti). Il meccanismo potrebbe prevedere una immediata assunzione a tempo determinato della durata di un anno, seguita da una prova finale – scritta e orale – che permetta, a chi la supera, di vedersi trasformato il contratto a termine in assunzione a tempo indeterminato.
Tra i requisiti, oltre i 3 anni pregressi di esperienza come insegnanti, anche 60 crediti universitari in caso di insegnanti privi di abilitazione, crediti che scendono a 30 per chi l’abilitazione l’ha già (come previsto dal Pnrr). Ma c’è un altro problema: manca ancora il Dpcm che definisca i termini della formazione iniziale e l’abilitazione. Inoltre, la Commissione Europea, che ancora non si è espressa, appare però scettica davanti all’idea del “doppio canale” di reclutamento (light e ordinario).
Il concorso per dirigenti scolastici
Intanto, il 9 febbraio è stato approvato un emendamento della maggioranza che riguarda il Concorso per i dirigenti scolastici del 2017, finito al centro di varie inchieste penali e avvisi di garanzia. L’emendamento, dopo una sentenza del Consiglio di Stato che ha rigettato i provvedimenti cautelari, prevede per coloro che erano stati esclusi dal concorso a causa delle anomalie tecniche e che avevano presentato ricorso, insieme a coloro che in un primo momento erano stati ammessi con riserva, la possibilità di accedere a un nuovo concorso riservato per la frequenza di un successivo corso di 120 ore ed essere così immessi in graduatoria. «Nessuna sanatoria – si è affrettata a spiegare la Lega – ma un giusto risarcimento dopo anni di ingiustizie».
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