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Anna Bettozzi ancora nei guai, arriva l’accusa di corruzione: borse e Rolex in cambio di licenze

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Roma. Un curriculum lungo e folto, certamente non consueto: cantante, imprenditrice, ereditiera e, secondo la Procura di Roma, anche al vertice di un’organizzazione incentrata sul contrabbando di derivati petroliferi e legata a clan malavitosi.

Nuovi guai per la Lady Petrolio Anna Bettozzi: corruzione

Ma non finisce di certo qui, perché Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz, oppure ”Lady Petrolio” come è stata ribattezzata di recente, e arrestata nell’aprile del 2021 con condanna lo scorso ottobre a 13 anni e 2 mesi di reclusione, ora rischia nuovamente di ritornare sul banco degli imputati, e questa volta l’accusa è di corruzione, come riporta anche il Messaggero. La Lady dell’oro nero, infatti, avrebbe fatto recapitare costosi regali e buoni carburante ad alcuni funzionari dell’Agenzia delle Dogane, i quali in cambio avrebbero agevolato di molto una delle sue aziende che necessitavano del rilascio di alcune licenze. 

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L’interrogatorio e i fatti contestati dalla Procura di Roma

Il caso in questione, di non poco conto, è emerso durante uno degli interrogatori con protagonista proprio l’imprenditrice, l’erede del vasto impero economico di suo marito, e già condannata con gravi sentenze per associazione a delinquere, riciclaggio, false fatture e reati fiscali (185 milioni evasi tra Iva, accise, Ires). Il tutto, poi, coronato e impreziosito dall’aggravante mafiosa. All’epoca degli interrogatori, infatti, la Bettozzi parò anche anche di alcuni regali fatti recapitare d alcuni funzionari delle Dogane di Roma in cambio di favori per le proprie aziende. 

Borse e Rolex in cambio di licenze per le aziende

I fatti che vengono ad oggi contestati dalla Procura, dunque, risalgono ad un periodo di tempo che va dal 2017 al 2019. Nel cap di imputazione, si legge che i funzionari in questione, ora anch’essi sotto inchiesta, avrebbero ricevuto pensieri molto costosi, come ad esempio una borsa di Stella Mc Cartney e un orologio Rolex, come annota la Procura. In cambio, l’imprenditrice avrebbe invece ottenuto agevolazioni per la sua azienda: più nello specifico, la donna era interessata a velocizzare la procedura di rilascio di alcune licenze. Regali fatti, insomma, per ”velocizzare le diverse pratiche burocratiche relative alla società”.

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