Roma. C’è di fatto un giallo dietro la morte del ragazzo di soli 30 anni falciato sul marciapiede del quartiere di Tor Bella Monaca lo scorso 9 febbraio 2023, precisamente su viale dell’Archeologia. Il giovane si trovava sul marciapiede, inconsapevole del triste destino che lo avrebbe travolto: un suv l’ha investito, uccidendolo quasi sul colpo.
Omicidio stradale e Tor Bella Monaca, indagata una donna
Alla guida del mezzo non ci sarebbe stata la donna di 46 anni, la quale è ora accusata di omicidio stradale dopo la drammatica vicenda, ma il figlio 18enne, che a quanto pare non ha nemmeno il foglio rosa per la circolazione. La donna, secondo le ipotesi investigative, si sarebbe sostituita al figlio nel prendersi la colpa del reato per salvarlo dalle accuse gravi.
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L’ipotesi dei Vigili: al volante del suv c’era la madre del 18enne
Ma per il momento, è bene specificarlo, si tratta solamente di una ipotesi investigativa, che sta però prendendo piede tra gli addetti al caso della Polizia Locale del VI Gruppo, i quali in questi giorni stanno cercando in tutti i modi di ricostruire la cruenta dinamica che ha portato alla morte del giovane E.C., nel quartiere di Tor Bella Monaca. Non è un caso facile da risolvere, così come non facile è tentare anche solo di stabilire la traiettoria esatta tracciata dal suv che, dopo aver travolto la sua vittima, si sarebbe schiantato anche contro altre quattro vetture in sosta, per poi sbattere contro un albero alla fine. E non è chiaro neppure il perché di una perdita di controllo così spaventosa di chiunque si trovasse al volante in quel momento.
Esami tossicologici e testimonianze confuse della donna
Ad ogni modo, la donna 46enne è risultata negativa ai test tossicologici, ma la sua spiegazione risulta confusa e molto contraddittoria: Forse ho perso il controllo della mia macchina a causa di un’altra auto uscita all’improvviso da una traversa laterale”. Come anticipato, l’ipotesi, riportata anche da Il Corriere della Sera, è che alla guida del veicolo non ci fosse lei, quel giorno, ma il figlio, un ragazzo di soli 18 anni e senza patente. Non è neppure chiaro se la donna davvero si trovasse in auto e se sia sopraggiunta in un secondo momento. Al vaglio, oltre alla telecamere, anche i tabulati e le telefonate nei momenti immediatamente successivi allo scontro.
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