È polemica a Pomezia sull’appalto per l’affidamento del servizio triennale di manutenzione ordinaria delle aree a verde pubblico. Ieri mattina è stato pubblicato il parere dell’Anac, nel quale il magistrato dell’Anticorruzione riferisce un illegittimità nell’operato dell’amministrazione in merito a un bando da quasi 4 milioni di euro (3.959.016,00) per la gestione triennale del verde pubblico. L’amministrazione a 5 Stelle un anno fa aveva pubblicato un bando in cui veniva richiesto di aver svolto nell’ultimo triennio “servizi identici” a quelli oggetto dell’affidamento e per almeno “un Comune con popolazione non inferiore a 64.000 abitanti” e quindi “non appalti destinati ad altre scale territoriali, ancorché con estensione più vasta”.
Ma questa dicitura non era piaciuta alla D.e.c.a Srl, che ha inoltrato un esposto all’Anticorruzione, in quanto, secondo il parere dei rappresentanti dell’azienda, avrebbe di fatto impedito ad alcune società, tra cui la loro, di partecipare. Il requisito richiesto non avrebbe quindi favorito il principio di “favor partecipationis”, ovvero, secondo la tesi della D.e.c.a, un bando sleale che non permette la concorrenza fra l’aziende in gara. L’Anticorruzione ha dato ragione alla ditta, dichiarando illegittimo il bando “in quanto restrittiva della concorrenza la previsione del bando che vincola la dimostrazione dell’esperienza triennale alla condizione di aver svolto servizi identici e non analoghi rispetto a quelli oggetto dell’affidamento, senza che ciò sia necessario a realizzare un precipuo interesse dell’amministrazione” si legge nel documento firmato da Cantone.
Ma l’amministrazione pometina non ci sta e replica attraverso una nota stampa.
“L’impresa che ha sollevato la questione dinanzi all’Autorità – ha dichiarato il sindaco Fabio Fucci- non ha partecipato alla gara d’appalto in argomento, per cui non è titolata ad impugnare le clausole del bando in sede giurisdizionale amministrativa, e infatti non ha presentato ricorso al TAR, in quanto sarebbe stato respinto per tale ragione. Inoltre il bando, in corso di gara, non è stato neanche contestato da organismi rappresentativi delle associazioni di categoria degli imprenditori”.
“Tra le clausole del bando – ha proseguito il Primo Cittadino – abbiamo previsto, come requisito di ammissione di carattere tecnico-professionale, che le imprese concorrenti abbiano svolto servizi identici a quelli oggetto di gara, consistenti nella manutenzione di aree di verde pubblico urbano per almeno un Comune di popolazione non inferiore a 64.000 abitanti, e cioè di consistenza demografica pari a quella del Comune di Pomezia. Questo perché le aree verdi urbane hanno caratteristiche peculiari che le differenziano con tutta evidenza da quelle, ad esempio, di parchi nazionali, regionali, etc., per cui l’Amministrazione desiderava individuare, attraverso la gara a procedura aperta, una impresa dotata della necessaria esperienza specifica nel settore della manutenzione del verde pubblico urbano. Il bando presenta quindi requisiti pertinenti e congruenti al servizio da appaltare, per un territorio complesso come quello del nostro Comune. Invieremo le nostre osservazioni all’Anac, certi che sarà possibile chiarire gli elementi contestati. Non riteniamo infatti che vi siano motivazioni realmente cogenti che impongano la revoca del bando, ipotesi nemmeno ipotizzata dall’Anac”.
“Diversamente dal passato – ha concluso Fucci – vogliamo solamente il meglio per Pomezia e per questo motivo intendiamo affidare l’appalto esclusivamente a chi abbia dimostrato di aver svolto un servizio adeguato a quello di cui la nostra Città necessita”.