Home » Pomezia » Politica Pomezia » Pomezia, l’accusa di Risi (PD): ‘Strano rapporto tra M5s e abusi edilizi, qual è la vera natura di questa amministrazione?’

Pomezia, l’accusa di Risi (PD): ‘Strano rapporto tra M5s e abusi edilizi, qual è la vera natura di questa amministrazione?’

Pubblicato il

Si fa sempre più acceso, a Pomezia, il dibattito politico sull’urbanistica , in particolare, su veri o presunti abusi edilizi. A parlare stavolta è il segretario dei Giovani Democratici Danilo Risi, che vede “due pesi e due misure” nell’atteggiamento dell’amministrazione comunale pometina. “Ancora una volta – afferma Risi attraverso una nota stampa – la Regione Lazio interviene in maniera diretta sulle scelte fatte dall’amministrazione 5 stelle di Pomezia: questa volta l’Ente di via della Pisana accende i riflettori sulla questione delle 9 palazzine del “COMPARTO D”, su cui qualche settimana fa il Consiglio comunale si è espresso, deliberando una bella sanatoria. La Regione mette in discussione un atto che (è bene ricordarlo) non è stato discusso nemmeno per un minuto e che rappresenta una sanatoria di abusi edilizi; non un intervento in consiglio comunale, non una dichiarazione di voto: niente di niente”.

“Ma qual è – prosegue il segretario- la posizione del Sindaco e della sua amministrazione rispetto alla pratica dell’abusivismo edilizio sul territorio comunale? Sin dal suo insediamento (e prima ancora in campagna elettorale) abbiamo avuto la netta sensazione che l’idea di chi si apprestava a governare la città fosse quella di intraprendere una battaglia a favore della lotta agli abusi edilizi. Una lotta serrata: una priorità per questa amministrazione. In questo senso, devo ammetterlo, fu senz’altro degno di nota il “colpo” messo a segno il 9 aprile 2015, quando grazie al lavoro congiunto di Polizia Locale e al Personale tecnico del settore Edilizia Privata, veniva scovata una villa abusiva in pieno centro. “E’ la dimostrazione concreta – dichiarava il Sindaco – del cambio di passo della mia amministrazione. Il contrasto all’abusivismo edilizio passa innanzitutto per L’INTENSIFICAZIONE DEI CONTROLLI E DELLE VERIFICHE SUL CAMPO”. Al netto di tutte queste fantastiche parole, però, non mi capacito e non mi spiego cosa abbia provocato un cambio di passo (in senso diametralmente opposto) sulla vicenda del “COMPARTO D” e dei sesti e settimi piani delle palazzine che in esso rientrano. Sia il Tribunale di Velletri che la Regione Lazio, infatti, hanno più volte invitato l’Ente Comunale a compiere qualsiasi azione atta a verificare eventuali abusi edilizi o, meglio ancora (visto che di questo parliamo) di mettere in campo ogni azione capace di sanare, nel rispetto delle previsioni normative, gli abusi in oggetto”.

“Sembra che improvvisamente alla frenesia di scovare eventuali abusi si sia sostituita una calma olimpica che di certo non è propria di chi, a parole, dice di voler investire e dare priorità alla lotta al fenomeno dell’abusivismo – afferma Risi – Fuor di metafora: perchè per mesi non c’è stato un solo indirizzo da parte degli uffici competenti verso uno (che fosse uno) agente della Polizia Locale affinchè quest’ultimo potesse effettuare un sopralluogo? Perchè la Polizia Locale non è stata messa nelle condizioni di verificare quanto indicato dal Tribunale prima e dalla Regione poi? E’ cambiato qualcosa dal 9 Aprile 2015? C’è un motivo specifico per cui sul “COMPARTO D” non si è profuso lo stesso sforzo profuso il GIOVEDI’ 9 APRILE 2015? Il rapporto tra il M5S e gli abusi edilizi, in una disamina squisitamente politica, a me non sembra chiaro per nulla. Non mi è chiaro perchè fortemente altalenante: si va dalla vicenda Quarto (su cui si attendono riscontri) comune della Provincia di Napoli il cui sindaco grillino sembra abbia problemi di questo genere, alla vicenda denunciata dal consigliere Luigi Lupo, che vede protagonista un parente di una consigliera comunale del M5S e sulla quale mi auguro si faccia altrettanta chiarezza, fino ad arrivare a questa curiosa difformità di azione: celere ed incisiva in un caso, flemmatica e inspiegabilmente temporeggiante in un altro. Dov’è la verità? Qual è la vera natura e la volontà del M5S?”.

“Ancora: la Regione contesterebbe l’atto amministrativo varato in consiglio perchè ritenuto, di fatto, illegittimo. A ciò si aggiunga che la delibera varata nulla dice in merito alla situazione riguardante i settimi piani delle palazzine. Una questione, quest’ultima, su cui invece la Regione sembrerebbe aver posto grande attenzione. Come fanno il Sindaco e la sua maggioranza a fare una delibera senza prima essersi accertati di che natura siano quegli immobili? E’ da presumere che l’amministrazione non ne abbia la più pallida idea ed infatti la delibera non sfiora minimamente quel punto. Al netto di tutto ciò, mi chiedo cosa aspetti il Sindaco a ritirare in autotutela l’atto amministrativo varato in Consiglio. Con questa scelta eviterebbe, innanzitutto, di vedersi impugnato l’atto dinanzi al TAR, una ipotesi più che probabile viste le osservazioni che l’Ente Regionale muove proprio al Comune. Ritirare la delibera vorrebbe dire, soprattutto, permettere di far nascere una discussione sul punto nei luoghi preposti, cosa non avvenuta finora: riportiamo in consiglio comunale la proposta di delibera, non prima, però, di aver verificato con i dovuti controlli della Polizia Locale cosa abbiamo di fronte: prendiamo con cognizione di causa una posizione anche sulla vicenda dei settimi piani, lasciata inspiegabilmente fuori dalla delibera di Consiglio varata dall’amministrazione 5 stelle”.

“Mi auguro conclude Risi – che il Sindaco non voglia mettere di nuovo in scena il “muro contro muro” con la Regione Lazio, a cui ha dato vita nel caso del piano particolareggiato di Torvajanica Alta. In quel caso la Regione ha inviato un commissario ad acta che dirimerà la questione. In questo caso gli atti sono stati spediti alla Procura della Repubblica, mi guarderei bene dall’affrontare l’intera questione con presunzione, mancanza di ragionevolezza e testardaggine”.

 

Impostazioni privacy