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Fiumicino, la ragazza con la valigia stupefacente: calzini, slip e biancheria imbevuti di cocaina

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Fiumicino. Valigia e vestiti. Nulla di particolarmente sospetto. Di primo acchito. Il guardaroba necessario per un viaggio più o meno lungo. C’era tutto l’occorrente: pantaloni, slip, magliette, calzini e qualche camicia. Questo quello che vedeva l’occhio umano. Ma l’olfatto dei cani antidroga è andato ben oltre le semplici apparenze. Il fiuto infallibile dei cani della Guardia di Finanza ha scoperto infatti che quel banale trolley, in realtà era carico di droga. Almeno 18 kg di cocaina liquida, con la quale erano stati letteralmente imbevuti i capi, poi successivamente messi ad essiccare. La valigia era trasportata da una brasiliana di 30 anni, da poco arrivata all’aeroporto di Fiumicino dal Brasile il 24 gennaio scorso.

La valigia con i vestiti imbevuti di coca a Fiumicino

L’accusa è ovviamente quella di essere un corriere della droga, anche particolarmente sofisticata. Il destinatario di quel trolley pieno di vestiti e coca era un suo coetaneo del Paraguay, il quale aspettava con grande ansia il suo arrivo, mentre si trovava all’Hotel Mercure di Leonardo Da Vinci Airport. Qui, a fare irruzione nella sua camera non è stata la ragazza, ma le Forze dell’Ordine, che l’hanno arrestato sul posto. Il verbale di perquisizione della Guardia di Finanza di Fiumicino del 27 gennaio scorso dichiara che erano ”impregnati di sostanza stupefacente, complessivamente quantificata in 18 chili lordi circa”. Tra i panni stupefacenti, 4 giubbotti, 23 t-shirt, 4 canottiere da uomo, 5 slip da uomo, 3 pantaloni corti e 5 pantaloni lunghi sempre da uomo, 8 paia di calze da tennis, una felpa, due camicie da notte da donna e 2 asciugamani. Insomma, quasi tutto il contenuto. Tutti i vestiti in questione ”sottoposti a esame speditivo narcotest, forniva reazione cromatica positiva alla cocaina”.

L’arresto e la difesa dell’avvocato

Ora, i due giovani colleghi in affari, sono davvero nei guai, perché indagati dalla Procura di Roma per narcotraffico internazionale. L’avvocato della 30enne, però, non molla, e riferisce che la donna di 30 anni avrebbe ontribuito alle indagini per far scoprire e arrestare il vero destinatario del carico della sua spedizione. 

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