Aveva chiesto aiuto con tutte le sue forze la mamma del neonato morto soffocato a Roma. Dopo 17 ore di travaglio, stremata, non riusciva a tenere accanto a sé quel bambino, che tanto aveva desiderato, sognato, immaginato per nove mesi. Era stravolta e avrebbe chiesto alle infermiere di portarlo via, almeno per un po’. Richieste inascoltate e il tragico epilogo che tutti, purtroppo, conosciamo: il bimbo, di appena tre giorni, è morto, accanto alla mamma. E ora bisogna indagare, capire cosa sia successo. Chi doveva sorvegliare non è stato presente? E perché lasciare una donna, che ha da poco partorito, sola e senza aiuto? In tante si sono immedesimate in lei, in quella mamma che con fatica ha messo al mondo un figlio. E che stanca aveva solo bisogno, forse, che qualcuno si prendesse cura anche di lei. E la ascoltasse.
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L’intervista alla mamma del neonato morto soffocato
“Non capisco come sia potuta succedere una cosa del genere. Ho chiesto aiuto per tre notti di seguito al personale del reparto in cui ero stata ricoverata, non mi hanno ascoltato” – ha detto la donna, una ragazza di 29 anni, al Corriere della Sera. La donna aveva partorito da poco, poi dopo tre giorni il bimbo è stato trovato morto vicino a lei, che dormiva. Forse lo ha ‘schiacciato’ senza accorgersene, ma non si esclude che si tratti di Sids: solo l’autopsia su quel corpicino aiuterà a fare chiarezza.
“Ero ancora molto stanca, piuttosto provata dal parto, dopo 17 ore di travaglio, il 5 gennaio. Ero entrata in ospedale il giorno precedente, avevamo scelto il Pertini perché ero affezionata a questo posto, ci sono nata anche io. Per due notti, quella dopo aver partorito e quella successiva, sono riuscita, a fatica, a tenere il bambino vicino a me. Ero stravolta, ho chiesto aiuto alle infermiere, chiedendo loro se potevano prenderlo almeno per un po’. Mi è sempre stato risposto che non era possibile portarlo nella nursery e lo stesso è accaduto la notte di sabato. Mi sentivo peggio dei giorni precedenti, ho chiesto ancora di prendere il bimbo, non l’hanno fatto. Due notti ho resistito, l’ultima ero davvero affaticata” – ha raccontato la donna. Che si è ritrovata accanto quel bimbo morto, il suo cuoricino aveva già smesso di battere.
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Le indagini
“All’improvviso, nel cuore della notte, sono stata svegliata dalle infermiere: il bambino non stava più nel letto con me. Senza dirmi una parola, mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza vicina. Lì mi hanno comunicato che il bimbo era morto“ – ha raccontato la donna. Che in quel momento, come si può immaginare, è rimasta pietrificata, senza parole. Tre giorni prima aveva messo al mondo quel bimbo, che tanto aveva desiderato. E nel giro di poche ore quel bimbo era morto. Accanto a lei. Ora bisognerà capire cosa sia successo nell’ospedale: la donna è stata lasciata sola? Quelle richieste di aiuto sono cadute nel buio? E perchè? Domande alle quali spetterà alla magistratura dare una risposta. Per il momento restano i se, i ma e il dolore di una famiglia che ancora fa fatica a crederci. Perché dalla gioia all’incubo il passo è stato, purtroppo, breve.