È stata uccisa da colui che avrebbe dovuto amarla, proteggerla invece si è trasformato nel peggiore dei suoi aguzzini. Martina Scialdone è rimasta vittima della collera dell’ex fidanzato che proprio non riusciva ad accettare la fine della loro relazione. Un episodio violento e purtroppo non l’unico nella vita di Costantino B., l’omicida che ha messo fine alla vita di Martina. Un’altra donna era infatti già stata vittima delle ieri dell’uomo, l’episodio risale ad almeno una decina di anni fa. I servizi sociali di Roma capitale ne erano a conoscenza considerando che dopo i fatti scrissero una relazione per le forze dell’ordine.
Femminicidio Roma, Gualtieri: “Roma vicina ai familiari di Martina Scialdone”
Martina Scialdone uccisa dall’ex e il documento della violenza precedente
In quel documento Costantino B., veniva segnalato come una persona che aveva difficoltà a mantenere il controllo e capace di improvvisi e pericolosi scatti d’ira. Eppure, fino a venerdì, il giorno in cui si è consumata la terribile aggressione, ha potuto tenere in casa due fucili e quattro pistole con regolare porto d’armi per caccia e sport. La relazione dei servizi sociali ha fatto seguito al trasferimento dell’uomo dalla sua abitazione di Casal Monastero ad un signorile appartamento residenziale di Fidene ma non ha avuto nessun seguito.
Un passato difficile
Un’infanzia difficile quella dell’uomo che trovava il proprio riscatto nel lavoro e nelle armi. Un report della Federazione italiana di tiro dinamico sportivo rivela che in passato era stato il miglior tiratore del Lazio. Ma nel condominio nel quale risiedeva, Costantino B., era visto con timore e sospetto. I vicini di casa l’hanno, infatti, descritto come una persona ‘scorbutica’ e ‘scontrosa’. Adesso l’uomo si trova nel carcere di Regina Coeli e per altre tre giorni sarà in cella di isolamento. Guardato a vista per evitare episodi di autolesionismo, è assistito da uno psicologo, ha fatto le visite mediche e ed è stato visitato da una funzionario della casa circondariale.