Roma fa come Milano, e prende spunto dalla sua recente iniziativa per adeguarsi ad un modello di città moderna che lentamente sta coinvolgendo molte metropoli in Europa. Si tratta di una soluzione che non solo incentiva la mobilità con mezzi green, quali biciclette e monopattini elettrici, ma che punta direttamente anche a far diminuire il tasso di incidenti in alcune zone del centro. Così, dopo il lancio del progetto a Milano, l’assessore comunale alla mobilità Patanè si è detto favorevole all’iniziativa del capoluogo Lombardo, e vorrebbe portare l’iniziativa anche nella Capitale. Nelle prossime settimane al via il progetto.
Roma come Milano: velocità ridotta e isole ambientali nel progetto
Insomma, la Capitale non vuole rimanere indietro e prende subito spunto dall’iniziativa di recente annunciata dalla città di Milano, detta ”Milano 30”, con limiti di velocità a 30 km/h sulle strade del centro. Del resto, gli ultimi anni si sono chiusi con un bilancio alquanto tragico per quanto concerne gli incidenti in città. A confermarlo sono le statistiche elaborate da Aci e Istat, secondo le quali nel 2021 a Roma si sono registrati ben 11.129 incidenti stradali – nel dettaglio 8.229 nel 2020 e 12.271 del 2019 – con 13.862 feriti e 121 vittime. Si tratta di dati estremamente preoccupanti che incentivano a prendere in seria considerazione l’iniziativa. Molti di questi incidenti hanno coinvolto direttamente persone a bordo di mezzi leggeri, come biciclette e monopattini elettrici, sempre più usati in città.
Troppi incidenti a Roma
L’assessore, dunque, ha colto l’occasione per ribadire che da tempo che la “zona 30” rappresenta una priorità per migliorare la sicurezza stradale dell’Urbe, la quale, come anticipato, negli ultimi anni ha visto un incremento esponenziale degli incidenti su strada, molti dei quali con esito mortale: ”Ci sono incroci stradali sulla viabilità secondaria della capitale che sono dei veri e propri passaggi critici per la sicurezza stradale, sono i cosiddetti “black point”, vale a dire aree dove l’incidentalità stradale è particolarmente elevata. Ne sono stati individuati già 175. E le Zone 30 diventano una parte di questa strategia, insieme alle prime risorse per affrontare appunto l’emergenza black-point”.
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