Hanno fatto irruzione nel negozio, hanno picchiato il titolare e il dipendente e poi sono usciti con il ‘bottino’. E cioè con varie bottiglie di alcolici, che avevano pensato bene di asportare da quell’esercizio commerciale. Una rapina violenta avvenuta ad Acilia: era il 15 dicembre scorso quando un gruppo di persone ha pestato di botte i due uomini, entrambi del Bangladesh, poi ha messo a segno il colpo. Prima di fuggire via, senza lasciare traccia. Pensavano tutti di farla franca, ma si sbagliavano perché i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina, dopo le serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato un 29enne romano, già noto alle forze dell’ordine, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma il 28 dicembre. Lui è indiziato di essere l’autore, insieme ad altre persone che devono ancora essere identificate, della rapina.
Ostia, tenta la rapina all’edicolante con il coltello, lei risponde prendendolo a sgabellate
La rapina ad Acilia
Era il 15 dicembre scorso quando, nella tarda serata, il titolare e il dipendente del minimarket, entrambi cittadini del Bangladesh, sono stati picchiati e derubati: quelle persone avevano fatto irruzione nell’attività, li avevano aggrediti violentemente e avevano portato via varie bottiglie di alcolici. In un primo momento, le vittime non avevano chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, poi però hanno denunciato i fatti. E sono partite immediatamente le indagini condotte dai Carabinieri.
Come è stato fermato l’autore
Ora, però, il cerchio inizia a stringersi. I militari hanno fermato un 29enne e lo hanno fatto durante un normale controllo in strada, in via delle Palme. È da lì che il ragazzo è risultato gravato dal provvedimento in ordine a un colpo messo a segno proprio in quel minimarket di Acilia. Dopo aver verificato attentamente i filmati delle telecamere di videosorveglianza, i Carabinieri sono riusciti a mettere insieme gli indizi di colpevolezza e hanno chiesto all’Autorità Giudiziaria l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere. Per il 29enne, quindi, si sono aperte le porte di Regina Coeli, ma ora le indagini non si fermano: bisogna dare un volto e un nome ai suoi complici.