Andrea Cisternino dopo un mese e mezzo passato in tour tra l’Italia e la Svizzera per presentare il suo ultimo libro “Non per coraggio ma per amore”, edito da Ed.Piemme/Mondadori, è appena tornato in Ucraina. Lì gestisce un rifugio per animali. E lì ha salvato e continua a salvare centinaia di cani dagli orrori della guerra.
“In questi giorni in cui sono mancato ho rilasciato tante le interviste tv, radio e conferenze in giro per l’Italia e la Svizzera, rese meno faticose dall’amore e dagli attestati di stima ricevuti dalle tantissime persone che ho incontrato. Dopo essere stato presente in diverse città, tra cui Avellino, Camogli, Monza, Rovereto, Venezia, Udine, Treviso, Roma, San Patrignano, Rimini e Lugano, ieri sono rientrato in Ucraina. Per rientrare ho affrontato un viaggio lungo e faticoso, non senza imprevisti, ma era tanto il desiderio di tornare nel mio Rifugio, tra i miei animali e la mia gente, che non mi è pesato più di tanto. E adesso risentire gli allarmi aerei, continui ed incessanti non è facile ma qui, purtroppo , è la normalità. Come dice Papa Francesco, speriamo che questa Guerra di Caino…abbia fine!”
La tua ultima settimana in Italia ha coinciso con la conclusione delle festività. E la notte di San Silvestro. Che cosa ha significato per te trovarti tra botti e fuochi d’artificio?
Trovarsi coinvolti in una Guerra non propria, 40 giorni d’incessanti e continui bombardamenti ,cambia tutte le prospettive.Oggi tutto è diverso! Cerco di fare finta di nulla, ma la mia anima, il mio essere è inevitabilmente segnato. In Italia, sentir passare un semplice aereo di linea, mi faceva arrivare il cuore in gola e riportava alla mente quei lunghi e terribili giorni che mai dimenticherò. Figurarsi l’ultimo dell’anno, tra botti e fuochi d’artificio, è stato terribile. Faccio fatica a comprendere come le persone possano divertirsi in questo modo. Se solo pensassero alla guerra e a tutto quello che significa, alla speranza di poter sopravvivere, probabilmente avrebbero un atteggiamento diverso e ne comprenderebbero la pericolosità per sé stessi, per gli altri e per tutti gli animali che ogni anno sono costretti a subire tutto questo terrore. Non dimentichiamo che, mentre tante persone “si divertono”, tanti animali soffrono, scappano, muoiono…tante persone perdono la vita in Ucraina. Eppure la storia dovrebbe averci insegnato qualcosa…”
Oggi ospitiamo nel nostro Paese decine di migliaia di ucraini. Ma anche profughi e rifugiati da altre parti del mondo. Quali sono le impressioni, le sensazioni, i sentimenti di queste persone che passano da bombardamenti veri (purtroppo) a “bombe” e fuochi utilizzati per divertimento? Quali alternative per momenti di svago e aggregazione tra amici e parenti che vogliono riunirsi per festeggiare l’arrivo del nuovo anno?
“Penso che le migliaia di ucraini, di profughi, di rifugiati che ospitiamo nel nostro Paese provino il mio stesso sentire. Ogni botto, ogni bagliore di un’esplosione ti fa sobbalzare, ti ferma il cuore… un po’ come morire dentro. Alternative ? Tante… uscire, abbracciare chi amiamo, amici, familiari, accarezzare i propri animali tenendoli stretti e avendone cura, bere un bel bicchiere di vino, di prosecco, in compagnia magari, ascoltando ottima musica, davanti a una bella tombola con i più piccoli e facendosi delle belle risate. Vivere ogni attimo senza sprecare energie in cose negative e dannose.
Cosa dovremmo insegnare ai nostri bambini e agli adolescenti?
“I nostri bambini, i nostri adolescenti sono e rappresentano il futuro. Noi esseri umani ascoltiamo e ragioniamo sulle parole ma impariamo con l’esempio, che conta più di mille parole. Credo molto nel valore della famiglia, della scuola, dell’istruzione. Insegniamo loro a rispettare le istituzioni, l’essere umano anche per le sue fragilità, il mondo animale, l’ambiente. Oggi più che mai, usare polvere da sparo è molto pericoloso, qualunque uso se ne faccia, anche solo per divertirsi festeggiando l’arrivo del nuovo anno. Lasciamo un segno positivo affinché loro diventino fonte di speranza, di vita, di tolleranza, di coscienza critica.
Le giovani generazioni (ma anche gli adulti) sono consapevoli dello scempio che tale “tradizione” provoca su ambiente e animali?
“Penso che molti conoscano gli effetti negativi che questa “tradizione” provoca. Quello che per loro è un momento di festa, di gioco, costituisce pericolo, ma prevale egoismo e indifferenza verso l’ambiente, gli animali e le persone. In alcuni casi però, penso ci sia ancora troppa poca informazione e che se parli poco, a partire dall’educazione a scuola.
Hai pensato ai tuoi immagino, quelli che sono rimasti laggiù a Kiev sotto le bombe vere
“Certo, ho pensato tanto a loro e li ho sentiti. In Ucraina, a causa della Guerra, nessuno ha voglia di botti di Capodanno… però ci hanno pensato i russi, inviando missili e droni kamikaze…”
Cosa potrebbero fare le istituzioni per fermare questo malcostume secondo te? A quanto pare le ordinanze sono servite a poco
“Le istituzioni dovrebbero spiegare fin da piccoli con una corretta informazione e assolutamente vietare la vendita di questi ordigni. Laddove necessiti, punire i trasgressori con pene molto severe”.
Sei ottimista sulla possibilità di creare consapevolezza in questa direzione, sensibilizzando giovani e adulti?
Vedendo ciò che sta accadendo negli ultimi anni, non tanto. Nonostante le continue campagne contro questa cattiva abitudine, ogni anno contiamo ancora feriti gravi negli ospedali. Però bisogna fare leva sui giovani, andare nelle scuole, sensibilizzare, mostrare ciò che accade e le conseguenze. Loro sono il futuro e nel costruirsi una vita, non hanno bisogno di queste vergogne umane”.
Rosanna Sabella