Il comune di Pomezia è stato condannato per condotta discriminatoria verso i propri cittadini disabili. Nero su bianco, con una comunicazione ufficiale da parte del giudice dopo la sentenza emessa lo scorso 13 dicembre. Parafrasando il burocratese della sentenza, ad un certo punto del testo si legge: ”Il Comune di Pomezia deve cessare la condotta discriminatoria (nei confronti delle persone con disabilità NDR) mediante l’adozione del PEBA”.
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Il Comune di Pomezia condannato per condotta discriminatoria verso le persone con disabilità
La sentenza rappresenta un fatto abbastanza eclatante, dal momento che l’amministrazione comunale ha un unico obiettivo madre: quello di garantire servizi, diritti e una vita regolare ai propri cittadini. A dirlo è il Tribunale di Roma che ha imposto, così, al Comune di Pomezia di adottare il PEBA ed eliminare, di consegunza, le barriere architettoniche presenti nel Comune. Una sentenza certamente storica, che rappresenta, ad ogni modo, un passo avanti verso l’inclusione sociale delle persone con disabilità. Tuttavia, il Comune di Pomezia non è un caso isolato nel nostro Paese, e il lavoro da fare è ancora tanto su questo fronte.
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Le denunce e i ricorsi del 2019 dall’Associazione Luca Coscioni
Il tutto era iniziato qualche anno fa, nel 2019, quando la cellula di Pomezia dell’Associazione Luca Coscioni aveva depositato un ricorso per la tardiva adozione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA). Dopo anni di lotte, sentenze, rinvii e discussioni in tribunale, ecco che arriva un epilogo degno della stessa denuncia, e così la sentenza del Tribunale di Roma ha imposto la rimozione delle barriere architettoniche, elencate nella perizia dell’Architetto Paolo Moscogiuri, entro il 31 dicembre del 2023. Oltre a ciò, l’unico elemento non riconosiuto dalla sentenza è il risarcimento richiesto che ammontava a 25.000 euro.
Il finale tragicomico
Una nota dai toni tragicomici, poi, è rappresentata proprio l’ultimo trafiletto del documento, in cui si legge che il Tribunale ”condanna il Comune di Pomezia, in persona del legale rappresentante, alla rifusione delle spese processuali in favore dell’associazione ricorrente, complessivamente liquidate nella misura di euro 5.261,00 per compensi, oltre spese generali al 15% ed accessori come per legge.” Insomma, anche il danno economico è a carico di quegli stessi cittadini vittime di discriminazioni, oltre che del resto della comunità. Un cane che si morde la coda all’infinito, degno dei migliori romanzi di Kafka, in cui la finzione, questa volta, viene ampiamente superata dall’assurdo costituito dalla realtà.