La crisi è forte, preponderante. Nessuno si salva. Neppure i grandi colossi del mercato globale che, davanti all’economia incerta di questi tempi, tendono a correre ai ripari, già allertati dai cali nelle vendite e dalle scarse prospettive di crescita. Insomma, i mala tempora non risparmiano nessuno, ma una cosa è sempre certa: a pagarne le conseguenze sono quelli più in basso nella catena alimentare del Capitalismo moderno. E, di fatto, anche Amazon davanti alla crisi incombente cosa fa? Licenzia il suo personale, mandando a casa migliaia di persone. Si risponderà che le esigenze di mercato sono rigide, e così ognuna di quelle persone mandate a casa, senza lavoro, diventano solamente numeri da mettere a bilancio.
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Amazon licenzia: taglio da 18.000 persone
”Poco più di diciottomila dipendenti”. Sono questi i numeri dei licenziamenti che effettuerà il colosso statunitense dell’e-commerce Amazon, come annunciato dal suo amministratore delegato Andy Jassy. ”L’economia incerta” e ”le rapide assunzioni degli ultimi anni” sono le ragioni principali indicate in una nota dall’azienda. Amazon ha resistito a periodi ”economici difficili” e continuerà a farlo, prosegue la nota, sottolineando che ”questi cambiamenti ci permetteranno di continuare il nostro percorso più a lungo e in modo più concreto”.
Lettere di licenziamento dal 18 gennaio 2023
Certamente, ad essere maggiormente colpiti dai licenziamenti in blocco prospettati dall’azienda di Jeff Bezos saranno i dipendenti dei negozi, come ad esempio quelli di Amazon Fresh e Amazon Go, così come le sue organizzazioni Pxt, che gestiscono ad esempio le risorse umane. Gli ingranaggi meno utili alla produzione, per intenderci. E così, l’anno nuovo per molti si aprirà con una batosta: le lettere di licenziamento arriveranno agli interessati a partire dal 18 gennaio, ha precisato Jassy, aggiungendo che gli interessati rappresentano il 6% della forza lavoro aziendale composta da circa 300mila persone.