Stipendi. Sugli stipendi il governo vuole investire, e Meloni ha tutte le intenzioni di aumentare le buste paga dei lavoratori dipendenti. Come dichiarato anche nell’ultima conferenza stampa, infatti, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato chiaramente che l’intervento sul cuneo fiscale presente all’interno della Legge di Bilancio è solamente un primo assaggio di quello che poi dovrà fare l’esecutivo nei prossimi anni.
Stipendi più alti e cosa cambia per il Pos: le nuove misure nella legge di Bilancio
Stipendi e busta paga più alta nel 2023: cosa dice il Governo
L’underdog numero uno a Palazzo Chigi ha ribadito, in sostanza, che la maggioranza vuole diminuire il costo del lavoro, facendo salire la busta paga dei lavoratori e, di conseguenza riducendo anche i costi per le imprese. Una manovra ambiziosa che, secondo Meloni, si lega indissolubilmente ad una riforma fiscale che deve puntare a ridurre le imposte più onerose per i cittadini, a partire dall’Irpef. Si riparte, insomma, da quanto abbozzato dal precedente esecutivo a guida Draghi, passando da quattro a tre aliquote entro la fine della legislatura, quindi il 2027. Ma per farlo potrebbero essere accorpati i due scaglioni intermedi, al 25% e al 35%, portandoli entrambi al 27%.
Stipendi, il piano di Meloni per aumentare le buste paga
In conferenza stampa, Meloni ha spiegato: “Confermo che sulla riforma fiscale vogliamo andare avanti secondo direttrici visibili già in manovra finanziaria e tra le direttrici su cui la riforma si deve muovere c’è il taglio del costo del lavoro e su questo si deve fare molto di più”. Ciò che è presente in manovra – la conferma del taglio del cuneo fiscale al 2% per i dipendenti con reddito annui tra i 25mila e i 35mila euro e l’aumento dello sconto al 3% per chi ne guadagna meno di 25mila – è stato definito sostanzialmente ”un segnale”. La legislatura avrebbe dunque l’obiettivo di arrivare ad un taglio di ben 5 punti percentuali: “Vedremo se riusciremo a fare questo, qualcosa di più o di meno”, ha aggiunto Meloni, consapevole che buona parte del risultato sarà determinato dalle condizioni economico-finanziarie del Paese stesso che di volta in volta andranno riviste e tenute in considerazione.