Roma. Arriva dal governo la nuova proroga ufficiale per tavolini e pedane collocate al di fuori dei locali, su pedane, marciapiedi e sugli stalli di parcheggio. La misura, lo ricordiamo, era stata approvata una prima volta durante il Covid, per dare una mano e venire incontro ai titolari di bar e ristoranti che, proprio in quel periodo, hanno visto i loro incassi crollare vertiginosamente. La decisione della proroga, a Roma, una delle città di più colpite dal fenomeno, sta creando un po’ di tensioni. Da una parte ci sono gli esercenti, e dall’altra i contrari alla misura soprattutto nella zona del centro storico.
Tavolini e dehors a Roma: arriva la proroga
Per quanto concerne le tempistiche, entro il 31 dicembre gli esercizi commerciali – bar e ristoranti – avrebbero dovuto smontare definitivamente i dehors. Ora, però, con il decreto Proroghe, ecco che l’esecutivo ha deciso di spostare al 30 giugno 2023 «la possibilità per i pubblici esercizi titolari di concessioni o di autorizzazioni concernenti l’utilizzazione del suolo pubblico, di posare in opera temporaneamente, senza previa autorizzazione, su vie, piazze, strade e altri spazi aperti di interesse culturale o paesaggistico, strutture amovibili, quali dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni, purché funzionali all’attività degli esercizi stessi». Insomma, per altri sei mesi andrà avanti la misura, la quale, oltre a confermare la presenza dei contestati tavolini, annulla di fatto tutti i controlli del dipartimento Commercio e dei Municipi sulle autorizzazioni post Covid. Autorizzazione che, nel caso specifico di Roma, solamente nel centro storico, sarebbero circa 2mila. Questa è la prima faccia della medaglia. La seconda, invece, è rappresentata da chi, come la presidente del I Municipio, Lorenza Bonaccorsi, spiega che la proroga potrebbe rendere vani i tentativi delle amministrazioni e della polizia locale di contrastare le postazioni senza concessione.