Rebibbia, Roma. Doveva uscire dal carcere nel giro di poco tempo, la libertà era ad un passo. Mancavano solamene 3 mesi, e poi sarebbe ritornato in strada, libero di riabbracciare i propri cari, rivedere gli amici, avere una seconda possibilità dopo tutto quel tempo rimasto chiuso dentro la sua cella. Ma questa aspettativa non è bastata ad evitargli il suicidio: l’uomo è stato ritrovato morto questa mattina nella sua cella, impiccato.
Detenuto trovato morto nella sua cella a Rebibbia: aveva 30 anni
Il detenuto era di origine bengalese, giovane, aveva solamente 30 anni, e stava finendo di scontare una pena di due anni per rapina, rinchiuso tra le sbarre del carcere di Rebibbia a Roma. Le condizioni delle carceri a Roma – in Italia in generale – è drastica. Qualche tempo fa avevamo raccontato, numeri alla mano, dell’eccessivo affollamento che contraddistingue le carceri italiane, con tutti i malanni e le problematiche del caso, una su tutte il rischio di trasmissione del Covid, che negli anni passati è stato un vero flagello in questi luoghi. Proprio ieri, invece, il caso del detenuto 28enne di Regina Coeli, che si è risvegliato dopo un sonno lungo 4 mesi solamente dopo essere stato affidato a cure mediche fuori dal carcere. Ora arriva l’ennesimo suicidio: si tratta dell’83esimo dall’inizio dell’anno. Uno dei numeri più alti negli ultimi 10 anni nel nostro Paese.
Si è svegliato il detenuto che dormiva da 4 mesi nel carcere di Regina Coeli
La libertà tra 3 mesi
Come anticipato, l’uomo aveva 30 anni ed era di origine bengalese: stava scontando una condanna a due anni per concorso in rapina. In primo grado era stato anche rilasciato, ma poi nel mese di luglio, in appello, per un residuo di pena di un anno era stato portato nel carcere di Rebibbia. Il prossimo luglio, dunque, sarebbe dovuto uscire per ricominciare, iniziare una nuova vita, e magari mettere qualcosa a poso. Ma il gesto estremo ha messo fine alla sua vita prima che potesse ritornare in libertà.