Roma. Un raid punitivo, feroce, ma nei confronti della persona sbagliata. Poi, il sequestro delle due donne per una notte, lo scambio finale per avere indietro soldi e droga. Una vicenda contorta, complicata che era iniziata nel quartiere Torrino nello scorso novembre e confluisce direttamente al centro commerciale Maximo con quattro arresti. Una storia di sfregi e ritorsioni tra grossi spacciatori. Una guerra tra bande questa volta scoperta dalla polizia, con l’aiuto di un bambino. Ma andiamo per ordine, e cerchiamo di capire cosa è successo.
Raid punitivo a Roma: pestata la persona sbagliata
Colui che ha portato a termine il sequestro, è un romano pregiudicato: “Quello zingaro mi ha rubato la droga”, questo sarebbe il motivo e l’accusa da lui fatta lo scorso novembre da cui è partito tutto. Per tale ragione, allora, il pregiudicato decide di preparare ed organizzare al dettaglio il raid punitivo, ma una volta nel palazzo del Torrino, dove si è poi di fatto, verificato, pesta e picchia l’uomo sbagliato. Era il 17 novembre e nel condominio arrivano alcune persone armate ed incappucciate per portare a termine la ”punizione”. L’uomo, quello picchiato per sbaglio, finisce direttamente in ospedale. Come anticipato, non era stato lui a rubare i soldi e la droga. La vittima del pestaggio è il titolare del bar Laurentino 38. Non è la prima volta che subisce un’aggressione: circa nove mesi prima aveva subito un altro pestaggio, perché si era opposto ad un piazza di spaccio davanti al suo locale, in quella occasione il Comune organizzò un aperitivo per la legalità. Il nuovo pestaggio, ovviamente, getta il titolare nel panico più assoluto.
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Sequestro di due donne per lo scambio denaro-droga
Poi, qualche tempo dopo, il pregiudicato mandante dell’aggressione si rende conto dell’errore e si mette alla ricerca del vero ladro della sua droga, ma non lo trova. Si organizza con diverse persone per le ricerche, e ritorna al Torrino, nel giorno del 4 dicembre. Quel giorno scatta il sequestro di due donne rom, madre e figlia e imparentate con il presunto ladro di stupefacenti. Ma c’è un dettaglio: quel rapimento viene visto da un bambino, 10 anni, nascosto dietro una porta che chiama la polizia e spiega che “la mia mamma è stata portata via”. Poi, subito dopo, gli adulti si autodenunciano per furto di droga, perché la paura è sempre più forte, anche del denaro. Si mettono nelle mani dei poliziotti e parte la telefonata trappola per il sequestratore e i suoi complici. Una prima donna viene liberata subito, ma poi il romano sequestratore vuole uno scambio in un luogo pubblico, ed opta per il centro commerciale Maximo.
Il giorno dello scambio al Maximo e gli arresti
Il pomeriggio del 6 dicembre scatta il piano: il sequestratore, l’ostaggio e un intermediario sono tutti faccia a faccia. Lo scambio è quasi avvenuti, ma in quel momento un poliziotto entra in azione e libera la donna sequestrata. Poi, anche gli altri vengono fermati: l’operazione consente di sequestrare circa 7 chili di cocaina, ripartiti in panetti da un chilo, e 165 mila euro in contanti portati sul posto da una delle parenti della donna rapita come riscatto del sequestro. La strada ormai è in discesa, e nel corso di successive perquisizioni arriva anche un altro arresto, un sodale del gruppo rom, un romano trovato in possesso di 7 chili di cocaina, 5 chili circa di marjuana, più di due chili di hashish e di oltre 5 mila euro in contanti.