Si è conclusa con una condanna a sei anni una drammatica vicenda che ha visto coinvolti uno steward di Roma e la sua fidanzata. Secondo il quadro ricostruito dall’accusa l’uomo si sarebbe reso protagonista di violenze inaudite contro la compagna e ha dovuto rispondere in aula dei reati di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni (queste ultime però sono andate in parte prescritte, ndr).
Il caso
Lui, impiegato nella sicurezza di eventi sportivi e concerti, avrebbe di fatto umiliato la compagna, costringendola a subire atti sessuali peraltro pretendendo che le finestre della casa restassero aperte. Il motivo? “Permettere” agli estranei di assistere a quanto accadeva. Nella lunga lista di episodi contestati si parla di aggressioni (la compagna avrebbe subito la rottura del setto nasale e un trauma cranico, ndr) e strattonamenti, capelli tirati e calci, il tutto sotto continue minacce di fargliela pagare se avesse parlato.
Il processo
L’uomo, a cui era stato notificato anche un divieto di avvicinamento, è finito così a processo. Secondo quanto ricostruito da Repubblica.it, la vicenda risale al 2014 con le violenze andate avanti per almeno due anni (la zona è quella di Vitinia, ndr). La difesa dello steward romano ha cercato di smontare l’impianto accusatorio sostenendo come nelle versioni fornite dalla donna risultassero diverse incongruenze – ad esempio l’uomo ha sostenuto che dopo il divieto di avvicinamento la donna sarebbe andato a cercarlo – che lo steward imputato aveva provato anche a mettere nero su bianco con una serie di esposti presentati alle forze dell’ordine.
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La sentenza contro lo steward romano per le violenze a Vitinia
“Maltrattava la compagna costringendola ad atti di violenza fisica, morale e psicologica arrivando a colpirla e umiliarla”, si legge tuttavia in uno stralcio del capo d’imputazione a carico dell’addetto alla sicurezza. Ieri infine, intorno all’ora di pranzo, è arrivato però il verdetto del Giudice di primo grado. Per l’uomo è arrivata una condanna a sei anni.
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