Esclusa e bocciata dall’Accademia Nazionale di danza perché l’abbigliamento che aveva durante le prove di accesso è stato giudicato ”sbagliato”. Ma cosa c’era di tanto sbagliato? Pare si trattasse, in sostanza, di una semplice gonnellina indossata sopra il body che la ragazza aveva deciso di indossare per le prove di selezione. Ma è stato sufficiente perché i giudici la bocciassero senza possibilità di replica, negandole così di fatto l’accesso alla prestigiosa scuola di danza e mettendo fine ai suoi sogni. Una decisione dura e iniqua, giudicata tale anche dal Tar, a cui la ragazza si è appellata, che ha dunque accettato il ricorso presentato dalla legale della ballerina e ha condannato l’accademia all’annullamento della graduatoria e al conseguente pagamento delle spese processuali per un totale 1.500 euro.
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Esclusa dall’Accademia per ”dress code”
La giovane ragazza si era allenata duramente e con tanti sacrifici, per otto lunghi anni, con un unico obiettivo: creasi da sola un futuro da ballerina professionista. Era il 3 maggio dell’anno scorso (2021) quando aveva presentato finalmente la domanda per concorrere a uno dei 28 posti in palio. Durante quelle ardue e difficili selezioni, il suo allenamento la ripaga: infatti la giovane ragazza affronta le prove e le supera con successo, passando così la selezione. Tutto era andato bene, e la gioia della giovane promessa ballerina era alle stesse, ma c’era un particolare: dopo la chiusura della selezione e la pubblicazione della graduatoria finale, la scuola ha riscritto ex post le regole del “bando, bocciando la scelta della gonnellina
poiché l’indumento, anche se leggero e di dimensioni ridotte, impedirebbe ai reclutatori di osservare a pieno i movimenti svolti durante le coreografie” – come riportato anche da Repubblica.
Il cambio improvviso delle regole e la decisione del Tar
Ma prima le cose erano diverse: alla presentazione della domanda, quel giorno del 3 maggio, le regole previste dal bando comprendevano l’invio di due video in cui i candidati avrebbero dovuto eseguire sequenze di movimento e improvvisazioni. In tale contesto, si chiedeva ai candidati certamente di indossare un abbigliamento consono, come un body o un pantalone aderente, oltre che ballare a piedi nudi, ma di obblighi non c’era menzione alcuna. Solamente dopo sono sbucate le nuove regole. Ma il ricorso al Tar ha dato ragione alla giovane promessa. Ad ogni modo, la vicenda in questione non ha mancato di riaccendere amare polemiche sul mondo della danza, soprattutto a ridosso delle rivelazioni fatte dell’ex Farfalla Nina Corradini che ha confessato di aver vissuto anni di umiliazioni e aver sofferto di disturbi alimentari.