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Cessione del quinto: e se si lavora in una piccola azienda?

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Cessione del quinto

La cessione del quinto è una forma di finanziamento sempre più apprezzata dai dipendenti, sia pubblici che privati. Merito delle sue caratteristiche, le quali la rendono la migliore soluzione quando si ha bisogno di liquidità in poco tempo. Ovviamente è necessario avere alcuni requisiti minimi, affinché la pratica venga accettata. Tra questi, l’azienda per cui si lavora svolge un ruolo importante per l’esito positivo della richiesta, considerato che quando si tratta di una realtà molto piccola non è sempre scontato.

I requisiti per accedere alla cessione del quinto

Gli imprevisti per natura sono improvvisi e non sempre si ha la liquidità necessaria per affrontarli. La cessione del quinto, nel caso in cui si abbia un lavoro dipendente, è una soluzione certamente rapida e vantaggiosa. Già il nome lascia intendere la sua modalità di saldo, in effetti la restituzione del capitale ottenuto in un’unica soluzione avverrà attraverso la trattenuta di un quinto dello stipendio.

Sarà il datore di lavoro a occuparsi di versare mensilmente quella somma all’istituto di credito, ragion per cui è evidente che sarà necessario coinvolgerlo. Il richiedente, in linea di massima, può accedere a un prestito della durata minima di 2 anni e massima di 10. In fase di domanda della cessione del quinto è necessario essere in possesso di:

  • documento di identità valido, codice fiscale oppure tessera sanitaria;
  • ultima busta paga relativa a un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Ma a finire sotto analisi dell’ente erogante non sarà, però, soltanto il contratto o la situazione finanziaria personale, ma anche quella dell’azienda per cui si lavora. Nel caso in cui si tratti di un’azienda pubblica le garanzie risulteranno sempre superiori, tanto da facilitarne l’approvazione.

Per un’azienda privata le variabili si moltiplicano, così come i possibili esiti della richiesta. Per approfondire tutti i dettagli si consigliano altre letture specifiche sull’argomento, disponibili su: https://www.prestitiecessionedelquinto.com

La cessione del quinto nelle piccole aziende

Si può parlare di piccola azienda quando questa ha meno di 50 dipendenti e un fatturato (o un bilancio) che non supera i 10 milioni di euro, mentre è più corretto parlare di microimpresa nel caso in cui si tratti di un’azienda con meno di 10 dipendenti e un fatturato (o un bilancio) inferiore ai 2 milioni di euro. Ovviamente la dimensione e la stabilità di una realtà produttiva hanno un peso nella valutazione di una richiesta di cessione del quinto.

Qualora l’azienda fosse in difficoltà economiche o avesse fatto ricorso alla cassa integrazione, si tratterà evidentemente di una condizione svantaggiosa all’ottenimento del prestito. Per quanto riguarda la dimensione è bene specificare subito che con meno di 5 dipendenti la cessione del quinto non viene mai concessa. Seppure la sua richiesta rappresenti un diritto di tutti i lavoratori dipendenti (ed anche dei pensionati), non è detto che questa venga accettata da tutti gli istituti di credito, i quali hanno a loro volta il diritto di erogarlo soltanto se ritengono ci sia una certa affidabilità creditizia.

Ecco perché una volta raccolti tutti i dati, seguirà sempre una fase di indagine. In questo caso specifico, alla documentazione classica vi si aggiungono ulteriori richieste alla presentazione della domanda della cessione del quinto:

  • è necessario avere la residenza italiana;
  • l’assunzione dovrà essere avvenuta da almeno 24 mesi (alcuni istituti di credito richiedono anche un minimo di 6 anni di anzianità);
  • per facilitare l’analisi della situazione specifica è bene fornire almeno le ultime tre buste paga;
  • è necessario presentare anche il CUD dell’anno precedente.

Un particolare importante per chi lavora per una piccola impresa è il TFR. In effetti, spesso è ritenuta una ulteriore condizione necessaria l’aver accantonato almeno 5 mila euro.

È possibile, dunque, ottenere la cessione del quinto se si lavora in una piccola azienda, a patto di riuscire a fornire una serie di garanzie. La procedura, però, potrebbe essere più lunga e più costosa, così come sarà maggiore la documentazione richiesta a supporto.

 

 
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