Gli era stato negato il porto d’arma. E allora lui, per poter compiere la strage, stamattina è andato nel poligono di Tor di Quinto per noleggiarla, fingendo di doverla usare all’interno del centro. Invece Claudio Campiti con quell’arma, Glock calibro 45, si è recato alla riunione di condomino, nel chiosco del bar “Al Posto Giusto“, in via Monte Giberto, in zona Fidene, a Roma. Lì ha ucciso tre donne, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Nicoletta Golisano, e ferito altre quattro persone, tra cui un’80enne in modo più grave.
Ma adesso gli inquirenti vogliono vederci chiaro, riguardo all’arma. E per prima cosa hanno posto sotto sequestro il poligono di viale Tor di Quinto, dove il 57enne avrebbe noleggiato la pistola con cui ha compiuto la strage. Il sequestro dell’impianto è stato disposto dalla Procura a seguito di irregolarità. Quello che occorre capire è come abbia fatto Campiti a portare via la pistola, dal momento che le armi possono essere usate solo all’interno del poligono di tiro e sotto sorveglianza del personale specializzato.
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Porto d’armi negato
Claudio Campiti aveva richiesto in passato il porto d’armi, ma gli era stato negato. La richiesta era caduta nel vuoto proprio a seguito delle denunce ricevute da parte dei consorziati. I carabinieri avevano fornito l’informativa e il porto d’armi non era stato rilasciato per precauzione. Ma l’uomo ha ovviato a quello che per lui evidentemente era solo un inconveniente, andando a prendere l’arma nel poligono.
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