Scoppia la polemica in Sicilia a causa dell’elevato costo dei voli che a ridosso delle festività natalizie diviene per gli utenti ancor più oneroso. Mentre Ita annuncia un piano per aumentare i voli fra il 20 e il 24 dicembre, il presidente della regione Renato Schifani decide di fare ricorso all’Antitrust. Il costo dei biglietti è insostenibile su tutte le tratte dalla Penisola alla Sicilia, aspetto non da poco considerando che molti cittadini vivono fuori per lavoro o per studio e tornano proprio nel periodo delle vacanze di natale.
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Posti esauriti e costi insostenibili sulla Roma-Palermo
In merito, le parole di Renato Schifani sono chiare: ‘Ita ha realizzato un’operazione di cartello con RyanAir per evitare che ci siano altri concorrenti che possano incidere sui prezzi, decidendo il rialzo delle tariffe’. È lo stesso presidente inoltre a risentire delle conseguenze della scarsa disponibilità dei voli. Mercoledì l’uomo dovrà tornare a Palermo da Roma ma per via dell’esaurimento dei posti disponibili utilizzerà la nave con partenza da Napoli.
La denuncia all’Antitrust
Alla luce di ciò, giovedì scorso Schifani ha annunciato l’intenzione di denunciare Ita e RyanAir, uniche compagnie che al momento collegano la Sicilia a Roma, all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Ma nel corso dei giorni la situazione è anche peggiorata. L’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha infatti pubblicato lo screenshot di una ricerca di voli sulla tratta Roma-Palermo con andata lunedì e ritorno venerdì. E ancora una volta i prezzi sono insostenibili. Paradossalmente, si pagherebbe meno per raggiungere New York da Roma.
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La risposta di Ita
Per cercare di correre ai ripari la compagnia aerea Ita ha annunciato un piano di emergenza per il Natale, con venti voli in più per la Sicilia. Tale offerta però riguarda solamente i giorni dal 20 al 24 dicembre che, secondo il presidente della regione, sarebbero comunque troppo pochi. ‘L’incremento dei voli Ita limitato al solo periodo natalizio è soltanto un pannicello caldo che non risolve affatto il caro tariffe’, commenta Schifani.
Immagine di repertorio