Continua il nostro reportage sui casi di malasanità a Roma. Questa volta torniamo a parlare di ospedali, con gli anziani ricoverati e di cui i parenti non hanno più notizia dal giorno in cui sono stati portati via da un’autombulanza. Non è il racconto dell’orrore, ma bensì la realtà capitolina in cui versano i pazienti della terza età nelle strutture sanitarie romane. Nonostante figli e nipoti ogni giorno chiedono notizie agli sportelli URP dei singoli ospedali o agli infermieri, non riescono mai a sentire un medico per avere notizie del proprio caro ricoverato.
A Roma si perdono le notizie dei ricoverati più anziani
A soffrire questo delicato problema, sono soprattutto gli anziani. Parliamo dei nostri nonni over 80, che magari non sono pratici con l’utilizzo dei nuovi smartphone o applicazioni come WhatsApp e Messenger. Una situazione che li abbandona al proprio destino, soprattutto in caso di ricovero in ospedale, dove puntualmente i sanitari di troppi ospedali romani non sanno dare notizie ai loro parenti sullo stato di salute e l’eventuale dimissione dalla struttura sanitaria.
Al Santo Spirito, sono molteplici i pazienti anziani disposti sulla barella, con i parenti che anche per diversi giorni provano a sapere notizie dei loro cari da parte dei sanitari: “Sembra che non si rendano conto, alle volte, di ciò che vive un parente all’esterno di una struttura: ieri una persona è stata qui 6 ore per aspettare notizie e nemmeno le ha avute. Io ho mia zia ricoverata e ieri sera volevo consegnarle il telefono, ma non mi hanno fatto entrare. Sono tornata oggi, mi hanno chiamato loro, ma sono sempre qui fuori e la richiesta è sempre la stessa: aspettare ancora.
Al San Camillo, un altro racconto da horror: “Due mesi fa abbiamo portato mamma, devastata da un ictus risalente a due anni fa, perché non si svegliava. Non aveva nemmeno capito che l’avevano portata via: è stata due giorni in Pronto Soccorso e nessuno gli ha detto perché stava lì. Mamma è quasi invalida al 100%”. Un altro signore: “Hanno ricoverato mia moglie ieri sera alle 23.30, ha 74 anni e penso abbia avuto un ictus. Dico ‘penso’, perché di lei non ho notizie. Non so niente di niente. Quello che manca totalmente è il contatto con il malato e con i parenti, anche quelli più stretti”.