Roma. È morta così l’agente della penitenziaria di 48 anni: la pioggia battente e la moto Silvia Ravasco che, prendendo velocità, va ad impattare contro i cordoli rossi in ferro, e successivamente contro un muretto in cemento armato nei pressi del centro commerciale Roma Est di Ponte di Nona. La donna è stata sbalzata dalla sella del suo mezzo a due ruote, ed è precipitata oltre le ringhiere: un volo di oltre 13 metri che ha reso tutti i soccorsi inutili, così come la frenetica corsa vero il policlinico di Tor Vergata. Un decesso straziante, su cui sta indagando la Procura. La dinamica, ad oggi, rimane ancora poco chiara, certamente anomala.
Roma, perde il controllo dello scooter e precipita nel parcheggio: morta Silvia, giovane poliziotta
Le indagini e i dubbi sulla morte della poliziotta Silvia Ravasco
Sotto la lente delle indagini ci sono le condizioni delle barriere di sicurezza, dell’asfalto e della moto stessa. Tutti elementi che gli investigatori non intendono trascurare. Dalla segreteria generale del Sinappe dicono che Silvia Ravasco non era una poliziotta come tante: “Era una donna e una mamma dolcissima, una poliziotta affidabile, presente, responsabile, che non si è mai tirata indietro nel lavoro e nella vita, con grande senso del dovere e di abnegazione”. Lavorava nel carcere di Rebibbia, e prestava servizio anche nella scuola della penitenziaria Giovanni Falcone, in via di Brava. Per queste e tante altre ragioni, i pm vogliono vederci chiaro. Roberto Santini, sempre dal Sinappe – il Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria – aggiunge: ”Era un’amica, una persona disponibile che per noi si era occupata di tutto ciò che riguarda la sezione femminile di Rebibbia”. I ricordi della sua vita, della sua persona completamente dedita al lavoro ed alle sue mansioni si affollano, così come i dubbi e le domande sul suo tragico incidente. I funerali, intanto, sono già stati fissati per venerdì prossimo, alle 10,30, in zona Colli Aniene. Si terranno nella chiesa di Santa Bernadette.