Prima convertono interi campi di ulivo biologico e vigneti di trebbiano doc in campi coltivati a kiwi per soddisfare la crescente richiesta di un mercato dell’est al di fuori dell’Europa, poi l’embargo di merci per quei paesi ne sposta il mercato nelle centrali a biogas del nord Italia che usano il frutto per ricavarne metano, e ora che anche questo mercato è in crisi per sovrabbondanza di offerta, per risparmiare le spese di conferimento in discarica, ne fanno dono alle associazioni umanitarie. Un prodotto carico di pesticidi perché l’unica cosa che conta è la quantità prodotta a scapito della salute e della qualità.
Questo dall’ufficio stampa dal Comune:
Ardea, associazione dona 110 quintali di kiwi per rete indigenti
Arrivano kiwi per beneficenza ad Ardea. L’Associazione Ipf (Istituto per la famiglia, presieduta da Claudio Zappalà) in collaborazione con l’associazione Bethel ha provveduto a donare 110 quintali di kiwi. La Onlus, di cui il pastore evangelico Archetto Brasiello ne è il referente per Ardea, ha coordinato l’assegnazione di questa frutta alla rete del volontariato locale. Si tratta di frutta che rientra nelle ‘eccedenze’ dell’Unione europea, cioè di prodotti agricoli che il mercato non riceve – a causa della mancata domanda – e che l’Ue stabilisce di poter distribuire per gli indigenti. Questa iniziativa rientra nelle iniziative di Ipf a sostegno dei più deboli. “Ringrazio oltre che Claudio Zappalà ed Archetto Brasiello e le associazioni Ipf e Bethel, anche il funzionario comunale Armando Bardi per essere riusciti in questa operazione”, ha spiegato l’assessore alle Attività Produttive, Riccardo Iotti. “Li ringraziamo per la straordinaria disponibilità ad aiutare le fasce sociali più deboli, come già hanno fatto quest’estate con diversi quintali di pesche”, ha aggiunto. Le associazioni possono venire a ritirare i kiwi (per attività meramente sociali e donazioni alla rete di indigenti sul territorio), in via Laurentina 106 (piazzale ex Club 2000).
Mario Savarese