È proprio nella giornata contro la violenza sulle donne che si torna a parlare di un ennesimo caso. Che vede protagonisti un uomo e una donna: da una parte lui, troppo geloso e ossessivo, dall’altra lei che si allontana e che mette la parola fine a quella storia. O che almeno pensava di farlo. Perché lui, un uomo di Ardea, ha continuato a seguirla, a minacciarla, a costringere la ragazza a cambiare le abitudini nella sua vita. Tutto pur di fuggire e sentirsi al sicuro.
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Donna minacciata di morte ad Ardea
La storia tra i due, come ha raccontato poi la donna ai Carabinieri, era terminata nei primi giorni di novembre. Ed era giunta al capolinea dopo una violenta lite, tra botte e minacce, scaturita da quella gelosia e possessione dell’uomo. Come a dire che la compagna era solo ‘sua’, di sua proprietà. Ma è ieri, nella tarda mattinata, che lui si è recato per l’ennesima volta sul luogo di lavoro della donna: l’ha minacciata di morte, l’ha seguita e ha tentato di entrare nella struttura dove lei avrebbe dovuto iniziare il turno.
L’arrivo dei Carabinieri
La donna, spaventata, ha chiamato il 112 e sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri della Tenenza di Ardea. La vittima ha raccontato loro di quelle minacce e ha spiegato che l’uomo, dopo la fine della storia, ha iniziato a seguirla, ad aggirarsi nei luoghi che frequentava lei. Come se la volesse tenere sotto controllo. La donna, quindi, aveva cercato di cambiare abitudini di vita: non voleva neppure vederlo, incontrarlo per strada. E sperava che tutto terminasse. E invece, così non è stato.
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L’arresto dell’uomo violento
L’uomo, un 48enne italiano, è stato arrestato: dovrà rispondere di atti persecutori. Lui, tra l’altro, era già destinatario di un provvedimento di allontanamento dall’ex coniuge e dai figli nel 2015: ora si trova ai domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Per la donna, invece, è finito un incubo. Proprio un giorno prima di quella data così significativa: il 25 novembre, una giornata importante per dire basta ai femminicidi e alla violenza. Perché non è normale che tutto sia normale.