Mi drogo, quindi mi libero. Dai ricordi tristi, dai traumi, dai lutti e dalle separazioni che non riesco a elaborare. È questa la giustificazione che la stragrande maggioranza dei tossicodipendenti fornisce quando viene rivolta loro la fatidica domanda: perché lo fai?
Poi ci sono i minori che lo fanno per spirito di emulazione, per non sentirsi esclusi dal gruppo. E che già a 13 anni hanno provato di tutto. Anche la cocaina e il crack. Spacciare è facile, troppo facile. Anche nelle scuole di ogni ordine e grado. Si comincia con lo spinello già a 10/ 11 anni. Dalla cannabis alle droghe pesanti (ammesso che di droghe leggere si possa mai parlare) il passo è breve. E si entra nel baratro. Il famoso tunnel dal quale sono in pochi a venir fuori indenni.
Contro il silenzio assordante delle istituzioni ma anche dei media dove la parola droga sembra essere rimasta l’unico tabù, don Antonio Coluccia dice basta. E contro le dipendenze – anticamera della violenza e dei crimini più efferati di cui le cronache ormai traboccano – si leva forte e decisa la sua voce.
Il parroco contro lo spaccio nel quartiere
“NON POSSIAMO TACERE!” è lo slogan dell’iniziativa che ha come protagonista oggi Il popolo del quartiere di Grottarossa.
Sono in tanti ad essere scesi in strada perché stanchi di violenze e soprusi E alle ore 18.30 è iniziata la fiaccolata. In una Parrocchia blindatissima (presenti anche alcune alte cariche delle forze dell’ordine) lui sembra instancabile, non si ferma un attimo. Solleva pesi, trascina carrelli e con il megafono chiama a raccolta cittadini e fedeli di San Filippo Apostolo.
“È Grottarossa uno dei quartieri più colpiti dalla piaga delle tossicodipendenze – dichiara don Antonio Coluccia, 46 anni, salentino – Come in tutte le periferie lo spaccio rappresenta per giovani e giovanissimi senza grandi ideali, il guadagno più facile e rapido. Ingaggiati dai boss della malavita organizzata entrano in una spirale dalla quale è molto difficile uscire. Ed ecco spuntare i fenomeni del bullismo le babygang, il vandalismo”.
Togliere lo spaccio dalle mafie è un’illusione
Invece – sottolinea Coluccia – Roma Nord è una zona meravigliosa, piena di aree naturali. “Si può fare sport, dedicare più tempo alle relazioni; quelle sane. I parchi lasciamoli ai bambini. Il quartiere è la nostra casa, lo spazio comune dove ritrovare insieme la gioia, è il monito di don Antonio Coluccia. La droga non rende felici.
E liberalizzare le droghe per toglierle alle mani delle mafie è un’illusione. Lo sottolinea il nostro Coluccia. E con le parole di papa Francesco che escono dagli altoparlanti lancia uno strale contro i boss locali. La ‘ndrangheta è adorazione del male – ammonisce il Papa. i mafiosi non sono in comunione con Dio sono scomunicati”.