Vanno avanti le indagini. Sono ancora tante le domande alle quali gli investigatori del triplice omicidio di Prati devono dare risposte. Piano piano si aggiungono tasselli alla ricostruzione degli efferati assassini delle tre escort. Si sta facendo spazio negli inquirenti l’idea che Giandavide De Pau sia partito con l’intenzione di uccidere il 17 mattina.
La ricostruzione degli spostamenti del killer attraverso i video
Grazie alle telecamere in zona è stata ricostruita la maggior parte dei momenti prima dei fatti. Un uomo con un giubbotto azzurro con il cappuccio, la mascherina, occhiali da sole, scalda orecchie e una tuta nera con scarpe nere e para bianca. Queste sono le immagini che appaiono dalla videosorveglianza.
Con passo veloce entra alle 9.48 in un bar, alle 10.01 esce e raggiunge il civico 28 e vi entra. Esce alle 10.41, qualche minuto priva che venga trovato il primo cadavere riverso sul pianerottolo del palazzo. Una volta fuori ripercorre la strada fatta per arrivare in quella palazzina. Ma sembra sia ancora più “coperto” anche il cappuccio nero della tuta ha calato sul viso, oltre agli occhiali, la mascherina e copri orecchie, quasi volesse non essere riconosciuto. Ancora video, quindi, che confermano i fatti così come ricostruiti dagli investigatori.
I video dell’aggressione in via Ribody
Immagini che si sommano a quelle ritrovate sul telefonino lasciato nell’appartamento di via Ribody che sono la testimonianza diretta degli omicidi delle due donne cinesi. Video che confermano la ricostruzione fatta dagli inquirenti circa quei tre omicidi per ricondurli a un unico autore, l’unico indagato: Giandavide De Pau, al quale se confermato si sommerebbe un’ulteriore aggravante: la premeditazione.
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