Solamente fino a qualche ora fa, non avevano un nome. Le due donne cinesi uccise dal killer di Prati durante una prestazione sessuale, prede della sua furia omicida. Proprio nelle ultime ore è stato convalidato l’arresto per Giandavide De Pau, 51enne, autista e guardaspalle del boss Michele Senese, ritenuto responsabile dei cruenti assassini andati in scena al quartiere Prati. Come sappiamo sin dal primo momento, due delle tre donne uccise erano di origini cinesi e lavoravano in una ”rinomata” casa di appuntamenti nel quartiere più borghese della Roma ”bene”.
L’identità delle due donne cinesi uccise dal killer
Il mistero della loro identità si è risolto solamente nelle ultime ore, dopo lunghe e fitte indagini sulla dinamica, e interminabili interrogatori ai diversi soggetti corollari della vicenda. Entrambe le donne erano state ritrovate morte in Via Riboty. Nessuno ne aveva denunciato la scomparsa, rivendicato la morte e nessuno nel palazzo sembrava conoscerle. Nemmeno il portiere che, in più di una occasione, a inquirenti e giornalisti aveva dichiarato di non averle mai viste in vita sua. I loro veri nomi, le loro identità, l’età, completamente ignote. Sugli annunci diffusi online, ovviamente, avevano nomi falsi e profili fittizi per non incorrere in nessun rintracciamento eventuale. Stando a ciò che dicevano i loro corpi, sembrava solamente avessero tra i 20 e i 25 anni l’una, tra i 40 e 45 l’altra. Ma di più non si sapeva.
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Ecco chi erano le prime due vittime di Giandavide De Pau
Ora arriva la notizia della loro identità: si tratta di Li Yan Rong, nata il 14 maggio del 1967 e di Yang Yun Xia, più giovane di 10 anni, nata il primo gennaio del 1977. Queste le identità svelate attraverso le indagini degli inquirenti che, nel frattempo, stanno cercando anche eventuali familiari e conoscenti da poter avvisare. Le due donne orientali, stando alla dinamica aggiornata ricostruita dagli inquirenti, sarebbero state le prime ad essere state uccise dal presunto killer, Giandavide De Pau, fermo ora in carcere durante le indagini. Uccise brutalmente, durante le attività sessuali, e in condizioni davvero estreme: accoltellate con un’arma da taglio simile allo stiletto, in modo mortale. Solamente dopo la loro uccisione, il killer si sarebbe diretto verso la sua terza vittima, la cubana Castano Torres Martha Lucia, indicatale da una sua ”amica”, Jessica, per aiutarlo a fuggire e a nascondersi dopo l’atto cruento. Ma la escort cubana si sarebbe rifiutata di aiutarlo, e per questo sarebbe stata uccisa anche lei.