Pensioni. A partire dall’anno prossimo, il 2023, prenderà piede una forma di pensionamento anticipato alternativa rispetto alle regole imposte dalla legge Fornero, il vero incubo salviniano. Questo nuovo meccanismo di pensionamento anticipato si chiamerà Quota 103 e consentirà di andare in pensione a 62 anni, dunque con 5 anni di anticipo rispetto a quanto definito dalla pensione di anzianità – un paio d’anni di anticipo, invece, rispetto alla pensione anticipata consueta. Il meccanismo nuovo, già per buona parte definito dal Governo Meloni, dovrà essere finanziato attraverso la Legge di Bilancio 2023, con cui il governo Meloni approverà anche una nuova riforma delle pensioni. Ma, ad ogni modo, l’incubo salviniano non si cancellerà: la riforma, proprio perché tale, non cancella la legge Fornero.
Pensioni, Durigon conferma la formula: ‘Uscita dal lavoro a 62 anni con 41 di contributi’
Quota 103: il Governo finanzia la riforma per il 2023
Andiamo sui costi: per quanto concerne Quota 103, il costo per il 2023 previsto dal Bilancio sarà di circa 1 miliardo di euro, e interesserà appena 50 mila persone, alle quali tra l’altro non mancava molto per raggiugnere i requisiti per la pensione già previsti dal nostro ordinamento tradizionale. Tuttavia, è stata definitiva un primo passo verso quella riforma delle pensioni che vorrebbe definirsi ”strutturale” e che dovrebbe essere approvata solamente nel 2024. Dunque, Quota 103 sostituirà Quota 102, la quale invece non si rinnoverà. Il peggioramento, però, non è necessariamente imposto dal momento che coinvolgerà un numero molto più ampio di lavoratori rispetto a quelli che avrebbero potuto approfittare di Quota 102 se rinnovata per un altro anno ancora. Per il momento, ci si accontenterà di Quota 103, insomma, in vista di un rimodellamento strutturale del sistema pensionistico. E anche in questo caso, il nome della riforma dice tutto: il diritto alla pensione viene raggiunto quando la somma tra contributi ed età anagrafica dà come risultato il 103.
L’idea di una Quota 103
Le riflessioni che hanno portato alla gestazione dell’idea, sono state innescate dalla Lega e dalla sua proposta di estendere a tutti la possibilità di accedere alla pensione. In che modo? Con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Una misura, però, che già oggi è presente nell’attuale ordinamento ma per una platea ristretta, dato che vi possono accedere solamente alcuni lavoratori precoci, cioè quelli appartenenti alle categorie più fragili. L’intenzione, lo ripetiamo, è quella di stendere a tutti tale possibilità, limitando in questo modo anche i costi con un ricalcolo contributivo dell’assegno per coloro che ne fruiscono.