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Prostitute uccise a Roma: spunta il volto del killer in un video, c’è una supertestimone

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Polizia in via Agostino Riboty

Il cerchio forse si sta stringendo e quel killer che giovedì mattina ha ucciso tre donne, perché probabilmente si tratta della stessa persona e della stessa mano, pare avere i minuti contati. Il suo volto è stato catturato in un video, è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza. E ora bisogna continuare a indagare per rintracciarlo e fare chiarezza su quei tre omicidi che hanno sconvolto la ‘Roma Bene’, il quartiere Prati. A quelle immagini, però, si aggiunge il racconto di una testimone cubana, che come riporta Il Messaggero, avrebbe incontrato quell’uomo poche ore dopo. E lui le avrebbe confessato di essere l’autore: ‘Mi ha detto di avere ucciso tre donne, mi sento fortunata’.

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I tre omicidi a Prati a poca distanza l’uno dall’altro

Chi indaga pensa che l’assassino abbia prima chiamato Marta Castano, la colombiana uccisa tra le 8 e le 12.50 di giovedì nel suo appartamento in via Durazzo, dove si prostituiva, poi abbia sentito al telefono una delle due donne cinesi, quelle trovate senza vita in via Augusto Riboty. Tre donne morte, che facevano lo stesso mestiere. E che sono state uccise con lo stesso modus operandi: tutte accoltellate, con quei fendenti alla gola, e lasciate nude. Da qui, quindi, l’ipotesi che il killer sia uno: ad ucciderle la stessa persona. E nel giro di poche ore e a distanza così ravvicinata l’una dall’altra. Le tre, che vivevano a pochi metri di distanza, si conoscevano? Chi e perché ha voluto ‘zittirle’? Avevano visto qualcosa e non potevano dirlo? Domande alle quali ora spetterà alla Polizia, che sta continuando ad analizzare i tabulati dei telefoni, dare una risposta. 

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La possibile dinamica 

È probabile che dietro i tre omicidi ci sia un cliente. O forse l’ombra degli ‘sfruttatori’. La prima donna ad essere stata uccisa giovedì mattina pare sia stata Marta Castano, la colombiana di 65 anni: forse aveva incontrato qualcuno, forse era stata proprio lei ad aprire la porta di casa al suo assassino. Non poteva certo immaginare che da lì a poco sarebbe stata uccisa, accoltellata. L’uomo, poi, sarebbe uscito da quella casa, in via Durazzo al civico 38, e si sarebbe diretto verso l’abitazione delle due donne cinesi, di circa 45 anni, in via Augusto Riboty. Pochi metri di distanza. E stessa ferocia. Anche le due donne cinesi, infatti, sono state trovate senza vita: una nuda e piena di lividi in casa, l’altra sul pianerottolo. Forse stava chiedendo aiuto, stava scappando da qualcuno. 

Al centro delle indagini un centro massaggi 

Mentre si indaga per omicidio volontario aggravato e si stanno continuando ad analizzare telefoni e telecamere di zona, gli inquirenti stanno passando al setaccio un centro massaggi, usato come canale per chi cerca incontri, di via Riboty. Il serial killer, forse, avrebbe usato quel modo per rintracciare le due donne cinesi, uccise come Marta Castano. Quello che pare certo, però, è che l’assassino, nonostante la fuga, abbia lasciato delle tracce. Sui citofoni, i mobili, i letti, sui corpi delle donne accoltellate. E abbia le ore contate. 

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