Si sta indagando per le strade del Centro Storico di Roma in queste ore, considerato come nelle ultime ore siano state uccise tre prostitute nella zona. Secondo il criminologo Carmelo Lavorino, dietro i cruenti omicidi “ci sarebbe la stessa persona”. Addirittura azzarda ipotesi, ovvero come a Prati si potrebbe parlare di un killer, “che in quanto cliente è rimasto deluso del servizio offerto dalle donne”. Supposizioni, ma che potrebbero almeno aprire una pista logica verso l’uccisione delle tre ragazze.
Il profilo dello spree killer
Secondo il prof. Lavorino, l’identità dell’assassino è già ben delineata sui tratti psicologici: “Ci troviamo di fronte a uno spree killer, che ha perso il controllo di sé e ha ucciso in pochissimo tempo più persone, in preda alla compulsione. Ma così facendo, ha lasciato molte tracce e quindi lo scoveranno presto”.
A Il Messaggero, spiega anche perché è da considerare uno spree killer: “Il serial killer agisce con un tempo di raffreddamento abbastanza lungo tra un omicidio e l’altro: Donato Bilancia, per esempio, ha ammazzato 17 prostitute in 8 mesi. Lo spree killer invece fa esplodere la rabbia tutta insieme, in preda a uno stato emotivo distruttivo, uccidendo più vittime a “catena”, in luoghi diversi, ma in tempi ravvicinati. La metodica omicidiaria è sempre la stessa, l’arma del delitto pure, come ci fosse un rituale. Si accanisce sui corpi (andando in overkilling), perché gode nel dare le coltellate”.
Su chi potrebbe essere, il criminologo spiega: “Sarà uno psicotico che ha perso il controllo della realtà. Potrebbe essere un cliente deluso, che si è sentito deriso magari perché impotente o microfallico, come successe a Bilancia“. Inoltre, sul rapporto che nutriva con le vittime: “Essendo prostitute, potrebbe aver richiesto pratiche sessuali estreme e magari per questo ha ricevuto un rifiuto. Di conseguenza, ha voluto vendicarsi, perché le prostitute gli hanno procurato una ferita narcisistica. E potrebbe essersi accanito su di loro per colmare questo senso di frustrazione”.