“No biogas Suvenergy ad Ardea” era scritto sulle magliette bianche di alcuni tra i dimostranti che in Piazza del Popolo si sono riuniti dando vita ad una pacifica ma e accorata manifestazione di protesta; Ma su quelle magliette meglio sarebbe stato scrivere “No biogas nell’Agro Pontino” perché questa vasta area del territorio a sud di Roma sembra essere stata scelta da aziende note o appositamente nate per realizzare una vasta rete di impianti per la produzione di biometano o energia elettrica ricavandola dai rifiuti organici.
Limitandosi a soli 4 chilometri la distanza dai confini del comune, Ardea conta una lista preoccupante di impianti in fase di realizzazione. All’interno del comune c’è già Pomar funzionante a Nuova Florida che tratta 27.000 tonnellate anno di prodotti organici; sono in arrivo la Suvenergy a Tor di Bruno per cui si manifesta in piazza che produrrà biometano dalla enorme quantità di 120.000 tonnellate di residui organici, e poi la Biovis in località Caronti per 30.000 tonnellate di rifiuti organici e la Bruno Cimadon ancora, a Pescarella, per 27.000 tonnellate di rifiuti organici. Nelle vicinanze nel comune, a Pomezia la Cogea a Santa Palomba che vuol trattare 70.000 tonnellate di rifiuti; un pochino più a nord nel nono municipio di Roma in località Rocca Cencia un imponente impianto dell’Ama che tra le altre cose, oltre l’inceneritore installerà un impianto biogas per 50.000 tonnellate di rifiuti; spostandoci un poco più a sud Aprilia con la Free El, un impianto da 50.000 tonnellate e poi ancora Anzio con la Green Future per il trattamento di 90.000 tonnellate. Siamo prossimi ad un totale di mezzo milione di tonnellate annue che sono più o meno quelle prodotte da una popolazione di 4 milioni di persone.
Una potenzialità esagerata che trova giustificazione in un solo motivo: gli incentivi con i quali lo stato italiano premia questi imprenditori con la scusa della produzione di energia da fonti riciclabili.
Miliardi di Euro che i cittadini italiani pagano con le loro tasse per arricchire industriali senza scrupoli che, terminato il periodo di 20 anni di incentivazioni statali smantelleranno gli impianti perché produrre energia in questo modo non è remunerativo. Ci avvelenano con i nostri soldi a mo’ dei cinesi che mandano ai parenti del condannato a morte il conto per la pallottola che l’ha ucciso.
Ieri in piazza ad Ardea è stato l’accorato intervento di un grande Aldo Garofalo, un chimico esperto in questa tipologia di impianti e che da anni si spende per informare le popolazioni sulla pericolosità ed inutilità di questi impianti, a risvegliare l’attenzione dei pochi ardiesi intervenuti. Non arrivavano a duecento in Piazza del Popolo, le persone che hanno voluto spendere due ore della loro vita per la loro stessa salute e per quella dei loro figli.
Presenti in piazza anche due consiglieri di maggioranza e uno di minoranza, tra cui il presidente della commissione urbanistica che lunedì 19 affronterà proprio questo argomento; in uno dei numerosi interventi è stato suggerito loro di lavorare, ed in fretta, alla stesura di un regolamento per la prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti (RIR), alla stesura di un apposito regolamento che normi la realizzazione di questi impianti, ed infine la modifica al piano regolatore che protegga le aree di rilevante interesse agricolo. Suvenergy ha scelto di collocarsi a soli 90 metri di distanza dalle costruzioni abitate di una grande azienda agricola che nei campi confinanti l’area di produzione del biogas coltiva il vitigno del trebbiano usato per l’unico vino che in zona si vanta del marchio DOC Superiore. E sono 150 i metri che separano le vasche contenenti reflui di particola pericolosità dall’emissario del lago di Nemi che scorre proprio sotto quella collina.
Il prossimo appuntamento per salvare l’Agro Pontino è a Santa Palomba dove in prossimità di Torre Maggiore si manifesterà il 7 novembre per dire No alla biogas di Cogea, e speriamo che gli abitanti di Pomezia e dei Castelli romani accorrano numerosi e che questo scuota l’apatia dei cittadini di Ardea.
Mario Savarese
Centrali biogas ad Ardea: piazza piena per dire “No”
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