Allarme scabbia nel campo nomadi di Castel Romano. Il pericolo di epidemia è scattato nei giorni scorsi dopo che all’ospedale romano San Gallicano è stata riscontrata la scabbia a sette rom residenti nel campo di via Pontina, per il quale da tempo vengono denunciate da associazioni ambientaliste e animaliste le terribili condizioni igienico-sanitarie in cui è stato ridotto dagli abitanti. Ma adesso il pericolo è stato confermato dal servizio di Igiene e Sanità pubblica della Asl Roma C, che per tentare di arginare il fenomeno e non farlo diffondere anche al di fuori del campo rom, ha inviato lo scorso 28 settembre una formale comunicazione a firma del direttore generale della Asl Roma C, Carlo Saitto al sindaco Ignazio Marino, all’assessore alle politiche Sociali, al prefetto Gabrielli e al corpo della polizia municipale di Roma Capitale, nella quale, come oggetto, viene scritto: “Informativa sulle gravi condizioni igienico-sanitarie riscontrate del Campo nomadi di Castel Romano”.
A oggi non si hanno notizie di provvedimenti presi dal Comune all’interno del campo rom, descritto nella lettera del dott. Carlo Saitto come un luogo dove c’è il concreto rischio che si inneschi un contagio difficilmente controllabile, soprattutto riguardo a malattie altamente infettive come la scabbia, facilmente trasmettibile.
Nel frattempo, la Asl ha iniziato un’indagine epidemiologica e fatto partire il protocollo per cercare di arginare la trasmissione della malattia, lottando contro una situazione di degrado e sporcizia, oltre che di ostracismo da parte degli abitanti del campo nomadi, che di certo non aiuta. C’è da calcolare che ogni giorno i residenti del campo, circa un migliaio, tra cui 500 bambini iscritti nelle scuole, escono e frequentano le strade dei territori limitrofi, senza curarsi del fatto che potrebbero, se malati, infettare altre persone.
Attualmente, come risulta dal rapporto degli ispettori che hanno perlustrato il campo scortati dai vigili urbani, risulta una lista infinita di problemi, tra cui la mancanza di acqua potabile, con erogazione sospesa lo scorso 18 settembre, scarichi fognari non funzionanti, rifiuti dappertutto, cani randagi, spesso malnutriti e anche maltrattati, e una massiccia presenza di topi e altri animali. Gli ispettori scrivono che si sente chiaramente “un odore nauseabondo riferibile alla possibile presenza di materiale organico in decomposizione. Molti container sono in uno stato di grave degrado al loro interno, esternamente si presentano in una condizione di estrema fatiscenza, e non appaiono in possesso dei minimi requisiti igienico-sanitari indispensabili per l’umana dimora. Soprattutto considerando la presenza di bambini”.
Eppure si sa che non è la condizione economica di queste persone – basta pensare all’ultima indagine che ha portato a scoprire conti milionari – a rendere la situazione così precaria. Quindi, cosa di deve fare per cambiare le cose? Quali sono gli interessi che vanno oltre le logiche delle “persone comuni” che ogni giorno si alzano e vanno a lavorare per guadagnare lo stipendio e che non capiscono perché si debba assistere ancora a questi spettacoli, che poi si rivelano guidati da persone come quei Buzzi e Carminati la cui storia è ormai nota a tutti?